Quanto si guadagna in Italia? La mappa degli stipendi

Truenumber ha analizzato le differenze salariali tra Italia e resto d'Europa, con anche riferimento ad età, sesso, e settore
In Italia il salario medio percepito è di circa 21 mila euro, cresce al crescere dell'età ed è più alto per gli uomini. Il salario medio dei bancari è quello che è più cresciuto negli ultimi cinque anni
L'italiano medio – dipendente single senza figli – percepisce 21.246 euro, al netto di tasse e contributi. Si tratta di 1533 euro al mese per 14 mensilità. Poco o tanto? Un confronto con i salari percepiti nel resto d'Europa non lascia dubbi: in Italia si lavora tanto e si guadagna poco. Tuttavia, ad analisi più attenta emergono forti differenze retributive in considerazione a sesso, età e settore d'appartenenza. È quanto emerge da un'analisi dei dati Eurostat e Inps da parte del sito Truenumbers.
Lo stipendio medio in Italia nel 2020
Il covid ha pesato sulla busta paga degli italiani 90 euro. È questa infatti la differenza tra il salario medio 2019 e il salario medio 2020. Tale riduzione ha contribuito ad allargare il gap tra media italiana e media europea, rispettivamente nel 2020 a 21.246 e 24.004, per un delta pari a 2.542. Cifra considerevolmente inferiore al divario esistente nel 2013, pari a soli 550.
Lo stipendio medio in Europa
In Europa i più ricchi sono i cittadini di tre Paesi che della Ue tra l'altro neanche fanno parte, ovvero gli svizzeri, con 67.658,78 euro all'anno, ovvero più del triplo che in Italia, gli islandesi e i norvegesi, che guadagnano più di 40 mila euro netti, come del resto anche i lussemburghesi e gli americani. In Francia invece il salario medio netto era lo stesso anno di 27.767,99 euro, mentre in Spagna era di poco inferiore a quello italiano, di 21.241,30. I più poveri, almeno tra i popoli dell'Unione Europea, sono i bulgari, che arrivavano nel 2020 appena a 6.385,89 euro. Sotto i 10 mila erano anche rumeni, lettoni, ungheresi, croati. In questo caso però sono stati più ampi i progressi degli ultimi 10 anni. Ad esempio, negli ultimi 12 anni lo stipendio medio in Bulgaria è più che raddoppiato.
Differenze salariali per età e sesso
Il dato aggregato dell'Italia nasconde profonde disuguaglianza. La prima lampante è quella anagrafica, che viene esacerbata dal fattore biologico. Così i più ricchi in Italia risultano essere gli uomini sopra i 5o anni, mentre i più poveri sono le giovani donne sotto i 30 anni. I lavoratori uomini tra i 55 e i 59 anni guadagnano 31.923 euro. I redditi scendono a poco più di 30 mila tra i 60 e i 64 anni e a 22.514 nel caso degli over 65, sempre uomini, tra cui solitamente rimangono in attività soprattutto i lavoratori indipendenti. I giovani guadagnano decisamente meno dei 50enni, 11.456 euro lordi se maschi e 8.063 se femmine tra i 20 e i 24 anni. Tra questi vi sono certamente molti stage, tirocini, e lavori temporanei di poche ore o stagionali. Si sale rispettivamente a 16.968 e 13.414 nel caso dei 25-29enni, e a 21.159 e 15.981 in quello dei 30-34enni. Si nota come cresce il gap tra i generi, che diventa in questo caso di più di 5mila euro e aumenta fino a 7.400 nella fascia più “ricca”, quella dei 55-59enni.
Crescita stipendio netto e ral categoria per categoria
Ma è interessante anche vedere quali sono le categorie nelle quali i salari sono cresciuti di più negli anni e in quali hanno resistito alla bufera della pandemia di Covid nell'ultimo anno e mezzo. I lavoratori del settore finanziario e assicurativo sono stati quelli che hanno potuto incrementare di più le entrate nel periodo tra il 2020 e il primo trimestre 2021, con un aumento del 7,5%. Più rilevante sarebbe quello del settore dell'estrazione di cave e minerali, in cui l'incremento è stato del 12,1%, e ancora di quello delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento, ma si tratta di nicchie di mercato in cui sono inclusi pochi addetti. In discreto aumento in questi 5 anni o poco più anche gli stipendi medi dei lavoratori della sanità e dell'istruzione. Gran parte di essi d'altronde sono nel settore pubblico, che ha seguito dinamiche diverse da quelle di mercato. Meno positive le dinamiche salariali in altri ambiti, come quello della fornitura di energia, in cui vi è stato dal 2015 un incremento solo dello 0,6%, mentre in quello riguardante trasporto e magazzinaggio la crescita è stata dell'1,7%, e nelle attività immobiliari del 2%.
Quanto si guadagna a Milano?
Infine, stando a un'indagine Cgil sui dati Inps, forti sono le differenze salariali a seconda dell'inquadramento. A Milano il salario giornaliero oscilla tra i 526 euro lordi di un dirigente e i 74 di un operaio, passando per i 232 euro incassati da un quadro aziendale e i 109 lordi di un impiegato. "La retribuzione di un dirigente è quasi otto volte superiore a quella di un operaio — fa notare all'Economia Antonio Verona, che ha curato lo studio per la Camera del lavoro — e soprattutto il suo stipendio lordo giornaliero è cresciuto dell’8 per cento in cinque anni, mentre quello medio di operai e impiegati soltanto del 4 per cento. Quindi al di sotto del tasso di inflazione, con conseguente perdita di potere d’acquisto".