La Germania non è in recessione: sospiro di sollievo per l'Ue

Il Pil tedesco nel terzo trimestre cresce dello 0,1% congiunturale. Quanto basta per non aggiungere una seconda contrazione di fila dell'economia, che avrebbe decretato la recessione tecnica
Anche il Pil italiano è cresciuto dello 0,1% nel terzo trimestre del 2019. A gennaio il Belpaese era invece caduto in recessione tecnica
Lo “sviluppo economico resta fragile”, commenta anche il ministro dell'Economia tedesco Peter Altmaier
A crescere dello 0,1% nel terzo trimestre è stato anche il Pil italiano, caduto invece in recessione tecnica a gennaio di quest'anno. La crescita di Italia e Germania nel terzo trimestre si confronta a livello europeo con un aumento dello 0,3% per la Francia (oltre le attese), dello 0,4% per la Spagna e dello 0,3% per il Regno Unito, dato - quest'ultimo - per cui anche Londra è riuscita a evitare una recessione tecnica.
Per il governo di Berlino i numeri relativi al terzo trimestre sono comunque “ancora troppo deboli”. L'economia tedesca, fortemente orientata all'export, in questi ultimi mesi è stata fortemente colpita dalle tensioni in atto a livello globale sul commercio, oltre che dall'incertezza sulla Brexit e dalle nuove norme europee relative al settore automobilistico. Lo “sviluppo economico resta fragile”, commenta anche il ministro dell'Economia tedesco Peter Altmaier.
La recessione, per il momento, è comunque scongiurata. A contribuire al risultato trimestrale sono stati l'aumento della spesa delle famiglie e del governo tedesco che hanno compensato una forte flessione nel settore manifatturiero legata al calo dell'export. "Il confronto trimestrale mostra che i contributi positivi nel terzo trimestre provengono principalmente dai consumi, secondo i calcoli provvisori" spiega Destatis, l'ufficio federale di statistica tedesco.
Nei prossimi mesi si prevede un alleggerimento della dinamica recessiva globale: in parte perché "le probabilità di una ‘hard Brexit' o di una perdurante escalation dei conflitti commerciali innescati dagli Usa sembrano diminuite", sottolinea l'istituto Ifo. Dall'altra perché l'attuale movimento degli ordini industriali e i risultati nel manifatturiero indicano "che vi è luce alla fine del tunnel congiunturale”.