Educazione finanziaria a scuola: perché aiuta anche i consulenti

Si è conclusa l'ultima edizione del progetto “Economic@mente - Metti in conto il tuo futuro”, organizzato dall'Anasf e da Progetica e che quest'anno ha coinvolto 75 scuole superiori italiane e 4mila studenti
Per il 70% degli studenti il problema della pensione è ancora qualcosa a cui non si è pensato. Quelli che l'hanno fatto ritengono di garantirsi una sicurezza nella terza età investendo parte dello stipendio (18%) o di accantonarne una parte (10%)
Prima di aver affrontato il corso, la maggioranza degli studenti (30%) aveva eletto la famiglia come primo interlocutore “per soddisfare le esigenze economiche e finanziarie”. Al termine dell'esperienza di formazione, invece, gli operatori professionali passano dal 25 al 63% - saldamente in vetta.
L'educazione finanziaria nelle scuole può fare molto per introdurre i ragazzi all'importanza di una figura professionale specializzata nella pianificazione. E' questa una delle conferme emerse dall'ultima edizione del progetto “Economic@mente - Metti in conto il tuo futuro”, organizzato dall'Anasf e da Progetica e che quest'anno ha coinvolto 75 scuole superiori italiane e 4mila studenti.
L'orientamento degli studenti delle scuole superiori, prima e dopo i corsi di formazione organizzati dall'Anasf, cambia in modo sostanziale. Prima di aver affrontato il corso, la maggioranza degli studenti (30%) aveva eletto la famiglia come primo interlocutore “per soddisfare le esigenze economiche e finanziarie”. Al termine dell'esperienza di formazione, invece, gli operatori professionali passano dal 25 al 63% - saldamente in vetta.
Benché si tratti di un corso promosso dall'associazione dei consulenti finanziari, ed è quindi logico aspettarsi che questa figura venga promossa nell'ambito del corso, il risultato resta incoraggiante: in Italia, ancora oggi, la maggioranza degli italiani si fa guidare da suggerimenti di parenti e amici nelle proprie decisioni finanziarie.
La conoscenza degli strumenti finanziari
Solo uno studente su cinque si dice a conoscenza degli strumenti e dei prodotti finanziari e, in generale, a dichiararsi completamente a digiuno di nozioni economiche è oltre uno studente su dieci. Fra gli strumenti il più conosciuto sono le azioni (16%), seguite dalle obbligazioni (11%) e dai prodotti assicurativi (11%). La maggioranza delle informazioni economico-finanziarie in possesso dei ragazzi prima dei corsi proviene dalla scuola (57%), che precede di poco Internet (53%). A fine corso la conoscenza dei prodotti finanziari sale dal 20 al 58%.
I giovani e la pianificazione previdenziale
Per il 70% degli studenti il problema della pensione è ancora qualcosa a cui non si è pensato. Quelli che l'hanno fatto ritengono di garantirsi una sicurezza nella terza età investendo parte dello stipendio (18%) o di accantonarne una parte (10%). Rispetto allo studio realizzato nel 2017/18 la percentuale dei giovani disposti a investire una parte dello stipendio per costruirsi una pensione è salita dal 13% all'attuale 18%. Solo il 5% degli studenti sceglierebbe la pensione complementare, anche se dopo il corso Anasf la percentuale è pressoché triplicata al 14%. Da notare come solo il 2% degli studenti ritenga di potersi accontentare della pensione pubblica (percentuale che non cambia neanche dopo le lezioni).
La priorità finanziaria più importante per i giovani? Contrariamente all'idea che gli italiani siano “mammoni per scelta” il 66% degli studenti desidera “mettere da parte un po’ di soldi per poter un giorno andare a vivere da solo/a”. Solo il 15%, invece, intende “restare in famiglia contribuendo alle spese di casa”.
“Trasmettere agli studenti il valore del tempo e l’importanza della pianificazione è sempre stata una delle missioni dell’Associazione”, ha commentato Germana Martano, direttore generale di Anasf, “il successo di questo progetto è reso possibile grazie ai numerosi formatori che contribuiscono, dedicando tempo ed energia, giorno dopo giorno a rendere gli investitori di oggi e di domani più consapevoli”.