Consulente bancario o indipendente? Dipende dall'età del cliente

Alberto Battaglia
15.10.2021
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I Millennial sarebbero più propensi a servirsi di un consulente bancario, rispetto alla Gen X più orientata su altre figure

Secondo una ricerca di Spectrem Group i Millennial cercano con maggiori probabilità il supporto di un consulente e sono nettamente più curiosi rispetto ai nuovi prodotti finanziari come le criptovalute

Sull'orientamento degli investitori verso la consulenza finanziaria e la gestione del proprio patrimonio incide anche la generazione di appartenenza. Ulteriori indizi su questo fenomeno, già emerso anche in precedenti ricerche, sono arrivati dall'ultimo rapporto dello Spectrem Group dedicato alla Generazione X e ai Millennial. Ad essere differenti non sono solo la concezione della ricchezza e gli obiettivi di investimento, ma anche le figure professionali più ricercate per il supporto nelle decisioni finanziarie.

Secondo il sondaggio (che ha raggiunto 601 soggetti responsabili delle decisioni finanziarie in famiglia con almeno 100mila dollari di patrimonio netto esclusa la prima casa) l'82% dei Millennial si fa aiutare da un consulente nelle proprie scelte contro il più contenuto 65% dei GenXer. Del resto, la maggior parte dei Millennials intervistati ha dichiarato che i rispettivi genitori erano affiancati da un consulente finanziario – lo stesso non sarebbe avvenuto, invece, per i genitori degli appartenenti alla generazione precedente. Anche le preferenze in merito alla consulenza sono piuttosto diverse: il Millennial sceglie con maggiore probabilità un consulente bancario o un commercialista per farsi suggerire sulle proprie finanze, laddove il membro della Generazione X sarà più propenso a scegliere la consulenza indipendente o un investment manager.

Secondo Spectrem le banche hanno dunque la possibilità di mantenere presso di sé gli investitori più giovani, se investiranno in tecnologia e in servizi dedicati a questa clientela nei prossimi due decenni.
Fra le priorità d'investimento più citate fra le due generazioni si avvicendano al vertice la restituzione dei debiti, in cima alle preoccupazioni dei Millennial, e il risparmio previdenziale, che domina le priorità espresse dalla Gen X.

Le composizioni dei rispettivi portafogli non sono molto diverse fra le due generazioni, ma i Millennial sono molto più curiosi su novità del panorama degli investimenti come i token non fungibili (Nft), le criptovalute o le meme stocks. Secondo Spectrem per entrare in sintonia con le nuove generazioni sarà importante che gli esperti del settore siano bene informati anche su questi prodotti non convenzionali e solitamente ritenuti molto rischiosi.

Una nota culturale riguarda, infine, il giudizio sulla ricchezza stessa. I Millennial sembrano molto più sensibili dei GenXer rispetto al tema della diseguaglianza (in particolare quella degli Stati Uniti): è un grosso problema per 76% dei Millennial, mentre la percentuale scende 57% fra i GenXer. Di conseguenza il 63% dei Millennial dice di sentirsi in colpa per la ricchezza di cui è in possesso, mentre solo il 33% delle loro controparti più “anziane” afferma la stessa cosa.
Questa convinzioni possono influenzare il modo di investire, sostiene Spectrem, portando a scelte influenzate da ispirazioni sociali e politiche e non solo dalle linee guida finanziarie strettamente razionali.
Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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