Unicredit vende il 17% di Fineco per 1 miliardo

7.5.2019
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La conclusione con successo dell'operazione di 'accelerated bookbuilding' del 17% di Fineco è stata comunicata nella notte tra il 7 e l'8 maggio e rientra nell'ottica del nuovo piano strategico 2020-2023 che verrà presentato il 3 dicembre, volto a rafforzare la capacità creditizia del gruppo Unicredit
La partecipazione di Unicredit in FinecoBank scende da circa il 35% a circa il 18%
Nel primo trimestre 2019 FinecoBank ha registrato un utile netto pari a 62,6milioni di euro, in aumento del 6,1% rispetto a marzo 2018
Al 6 maggio 2019, Fineco detiene circa 8,3 miliardi di euro di obbligazioni Unicredit
Il portafoglio di obbligazioni è diminuito di 3,5 miliardi di euro dal 2017 e scadrà completamente entro il 2024
UniCredit mette sul mercato il 17% del capitale di Fineco attraverso una vendita accelerata: a seguito della chiusura dell'offerta, l'istituto guidato da Jean Pierre Mustier deterrà una partecipazione di minoranza in Fineco pari a circa il 18% del capitale sociale e deconsoliderà Fineco dal proprio bilancio. La partecipazione rimanente verrà classificata come partecipazione finanziaria. Prosegue quindi il processo di cessione di Fineco iniziato nel 2016, quando Unicredit aveva dismesso il 20% del capitale.
Unicredit ha, infatti, concluso con successo l'operazione di 'accelerated bookbuilding' pari al 17% di azioni ordinarie Fineco. Il corrispettivo dell'operazione è ammontato a circa 1.014 milioni di euro, risultanti dalla vendita di circa 103,5 milioni di azioni ordinarie di Fineco a un prezzo di 9,80 euro per azione. Il prezzo incorpora uno sconto del 4,4% circa rispetto all'ultimo prezzo di chiusura di Fineco pre-annuncio.
La comunicazione del closing dell'operazione è avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 maggio, ma già il 7 mattina le due società avevano diffuso una nota congiunta in cui comunicavano che i rispettivi cda avevano "approvato una serie di azioni e procedure che dovranno essere realizzate da Unicredit e Fineco, al fine di assicurare a Fineco di poter operare come società pienamente indipendente dal punto di vista regolamentare, di liquidità ed operativo, anche nel caso di potenziale futura uscita dal Gruppo Unicredit". In Borsa, intanto, il 7 aprile, il titolo FineoBank ha lasciato sul campo il 7,45% a 10,25 euro, mentre il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha perso il 3,2% a 11,4 euro.
Il futuro dell'istituto non spaventa però gli analisti che hanno anzi apprezzato il chiarimento riguardo la situazione dei bond e hanno lasciato invariati i rating.
“In caso di completa indipendenza, Fineco sarebbe in grado di concentrarsi pienamente sul proprio sviluppo strategico e sulle proprie prospettive di crescita autonoma - si legge nella nota - Ciò non avrebbe implicazioni sul modello di business di Fineco né sui clienti e, inoltre, non comporterebbe nessun impatto significativo sul suo solido profilo di capitale e liquidità, né sulla sua redditività”. In caso di uscita la rete di consulenza potrà continuare a utilizzare denominazioni e marchi "Fineco" di proprietà di UniCredit e il marchio potrà venire acquistato in futuro (stabilite finestre di esercizio dell'opzione di acquisto fino al 2032).
Nessun commento neanche da FinecoBank che nel frattempo ha pubblicato i dati trimestrali. Nel primo trimestre del 2019 ha registrato un utile netto di 62,6 milioni, in crescita del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. I ricavi totali sono pari a 158,2 milioni (in aumento dell'1,8% rispetto al 2018). Lo stato finanziario dell'istituto si conferma solido anche sul fronte della consulenza patrimoniale. Nel mese di marzo infatti, secondo i dati Assoreti, la rete del gruppo ha sbaragliato la concorrenza raccogliendo 685.487,4 milioni di euro.
Gli asset totali al 31 marzo 2019 si attestano a 74,1 miliardi di euro, in crescita dell'8,9% rispetto a marzo 2018. Il saldo totale della raccolta gestita è nel trimestre pari a 36 miliardi, segnando un significativo aumento del 7,3% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Il saldo della raccolta amministrata e quello della diretta crescono rispetto al 2018 rispettivamente del 9,3% e 11,2%.
Unicredit ha, infatti, concluso con successo l'operazione di 'accelerated bookbuilding' pari al 17% di azioni ordinarie Fineco. Il corrispettivo dell'operazione è ammontato a circa 1.014 milioni di euro, risultanti dalla vendita di circa 103,5 milioni di azioni ordinarie di Fineco a un prezzo di 9,80 euro per azione. Il prezzo incorpora uno sconto del 4,4% circa rispetto all'ultimo prezzo di chiusura di Fineco pre-annuncio.
La comunicazione del closing dell'operazione è avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 maggio, ma già il 7 mattina le due società avevano diffuso una nota congiunta in cui comunicavano che i rispettivi cda avevano "approvato una serie di azioni e procedure che dovranno essere realizzate da Unicredit e Fineco, al fine di assicurare a Fineco di poter operare come società pienamente indipendente dal punto di vista regolamentare, di liquidità ed operativo, anche nel caso di potenziale futura uscita dal Gruppo Unicredit". In Borsa, intanto, il 7 aprile, il titolo FineoBank ha lasciato sul campo il 7,45% a 10,25 euro, mentre il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha perso il 3,2% a 11,4 euro.
Il futuro dell'istituto non spaventa però gli analisti che hanno anzi apprezzato il chiarimento riguardo la situazione dei bond e hanno lasciato invariati i rating.
“In caso di completa indipendenza, Fineco sarebbe in grado di concentrarsi pienamente sul proprio sviluppo strategico e sulle proprie prospettive di crescita autonoma - si legge nella nota - Ciò non avrebbe implicazioni sul modello di business di Fineco né sui clienti e, inoltre, non comporterebbe nessun impatto significativo sul suo solido profilo di capitale e liquidità, né sulla sua redditività”. In caso di uscita la rete di consulenza potrà continuare a utilizzare denominazioni e marchi "Fineco" di proprietà di UniCredit e il marchio potrà venire acquistato in futuro (stabilite finestre di esercizio dell'opzione di acquisto fino al 2032).
La trimestrale di Fineco
Nessun commento neanche da FinecoBank che nel frattempo ha pubblicato i dati trimestrali. Nel primo trimestre del 2019 ha registrato un utile netto di 62,6 milioni, in crescita del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. I ricavi totali sono pari a 158,2 milioni (in aumento dell'1,8% rispetto al 2018). Lo stato finanziario dell'istituto si conferma solido anche sul fronte della consulenza patrimoniale. Nel mese di marzo infatti, secondo i dati Assoreti, la rete del gruppo ha sbaragliato la concorrenza raccogliendo 685.487,4 milioni di euro.
Gli asset totali al 31 marzo 2019 si attestano a 74,1 miliardi di euro, in crescita dell'8,9% rispetto a marzo 2018. Il saldo totale della raccolta gestita è nel trimestre pari a 36 miliardi, segnando un significativo aumento del 7,3% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Il saldo della raccolta amministrata e quello della diretta crescono rispetto al 2018 rispettivamente del 9,3% e 11,2%.