Mps incontra i sindacati: apertura di Lovaglio a 4.000 uscite

L’accordo sindacale raggiunto lo scorso 4 agosto prevedeva l’uscita su base volontaria di 3.500 dipendenti. A fronte di questa cifra, sono pervenute 4.125 domande
Fabi, Casini: “Auspico siano accolte tutte le domande di esodo presentate dalle lavoratrici e dai lavoratori. Necessario un importante ricambio generazionale”
Via alle discussioni con i sindacati sul maxi-esodo. Mps apre alle 4.125 domande di uscite volontarie attraverso il Fondo di solidarietà presentate dai dipendenti, 625 in più rispetto alle 3.500 previste dal Piano industriale 2022-2026. Una mossa che, nelle parole di Franco Casini (segretario nazionale e amministrativo della Federazione autonoma bancari italiani e coordinatore Fabi nel gruppo Monte dei Paschi di Siena), consentirebbe ai vertici di Rocca Salimbeni di “predisporre il futuro della banca sulla base di costi gestionali ulteriormente ridotti”. Purché vengano garantite nuove assunzioni di giovani che assicurino una “corretta operatività” sia degli uffici che della rete.
L’accordo sindacale raggiunto lo scorso 4 agosto prevedeva l’uscita su base volontaria di 3.500 dipendenti che, come spiegato in occasione della presentazione del piano industriale a giugno, consentirebbe una contrazione dei costi pari a 270 milioni di euro su base annua a partire dal 2023. A fronte di questa cifra sono pervenute 4.125 domande, di cui 4.005 per il Gruppo Mps e 120 come distaccati extra gruppo. Come dichiarato in comunicato congiunto delle cinque sigle (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) che hanno preso parte all’incontro nella giornata del 24 ottobre, nelle scorse settimane le organizzazioni sindacali hanno più volte sollecitato Mps in merito all’accoglimento integrale delle richieste pervenute. In occasione dell’incontro, Lovaglio “ha espresso un orientamento positivo” in tal senso, fermo restando il completamento del dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro in corso.
Mps e l’aumento di capitale: parte il countdown
Ricordiamo che le condizioni di ricapitalizzazione (la settima in 14 anni) definite in occasione della riunione del board del 12 ottobre prevedevano un prezzo di sottoscrizione pari a 2 euro per ciascuna azione nel rapporto di 374 nuove azioni ogni tre azioni Mps possedute. Un prezzo che incorpora uno sconto pari al 7,79% rispetto al prezzo teorico ex diritto delle azioni di Rocca Salimbeni. I diritti di opzione validi per la sottoscrizione delle nuove azioni sono esercitabili entro il 31 ottobre. Inoltre, sono negoziabili su Euronext Milan entro il 25 ottobre. Quelli non esercitabili entro il termine del periodo di opzione saranno poi offerti su Euronext Milan l’1-2 novembre mentre i diritti di opzione acquistati durante l’asta dell’inoptato potranno essere esercitati entro il 3 novembre. E il completamento dell’aumento di capitale rappresenta uno dei passaggi fondamentali affinché i desiderata dei bancari di Mps vengano assecondati. Anche perché, come evidenziato da Il Sole 24 Ore, oltre un terzo dei 2,5 miliardi sarà indirizzato a sostenere proprio le uscite anticipate con il Fondo di solidarietà; i 625 esodi aggiuntivi - a loro volta - valgono il 5% dell’aumento di capitale.
Mps, Fabi: “Programmare nuove assunzioni”
Intanto, al termine della riunione con i sindacati, Mps ha annunciato la volontà di avviare il processo di regolarizzazione amministrativa nei confronti di tutti coloro che hanno presentato domanda di uscita volontaria. “Ci auguriamo che il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi di Siena confermi la possibilità di accogliere tutte le domande di esodo presentate dalle lavoratrici e dai lavoratori”, ha dichiarato in una nota a margine dell’incontro Casini. “L’accoglimento di tutte le richieste avrebbe un duplice effetto. Anzitutto, si asseconderebbe la richiesta di uscire dalla banca da parte di tante colleghe e colleghi (dopo oltre 10 anni di sacrifici, professionali, personali ed economici) che hanno consentito, con il loro comportamento e la loro dedizione, al salvataggio di Mps oltre che alla sua operatività quotidiana. Inoltre, un più ampio numero di esodi permetterebbe al vertice del gruppo di predisporre il futuro della banca sulla base di costi gestionali ulteriormente ridotti”.
Nell’ottica di un maggior numero di uscite, ha aggiunto, andrà “ovviamente programmato un numero di assunzioni di giovani, al fine di assicurare una corretta operatività, sia degli uffici sia della rete, e di garantire un importante ricambio generazionale”. Con l’aumento di capitale che sarà completato la prossima settimana, ha concluso Casini, Mps “entra nella fase decisiva per il suo definitivo rilancio, che dovrà salvaguardare i dipendenti, i territori e la clientela. L’amministratore delegato Luigi Lovaglio, pochi giorni fa, ha comprato azioni della banca, contribuendo alla sua ricapitalizzazione: si tratta di un gesto non scontato che conferma la sua serietà, la sua sensibilità e la sua determinazione nel raggiungere gli obiettivi di risanamento del gruppo”.