Ennio Doris, l'uomo che ha inventato un altro modo di fare banca

24.11.2021
Tempo di lettura: 5'
Ennio Doris si è spento all'età di 81 anni. Un self-made man che ha fatto del sostegno alla clientela la sua missione. Puntando a diventare un punto di riferimento per le famiglie italiane
Nel febbraio del 1982 l’incontro a Portofino con Silvio Berlusconi e la nascita, con il supporto imprenditoriale e logistico del Gruppo Fininvest, di Programma Italia, poi trasformatasi in Mediolanum nel giugno del 1997
Nel 2008 Banca Mediolanum decise di tutelare i propri clienti intervenendo sulle polizze index linked collegate ai titoli Lehman. Ma ha anche ridotto unilateralmente lo spread sui mutui, per un beneficio totale di 65 milioni di euro
Correva l'anno 2008 quando il fallimento di Lehman Brothers sorprese i mercati innescando una crisi economica mondiale senza precedenti. E, per volontà di Ennio Doris, Banca Mediolanum decise di tutelare i propri clienti intervenendo sulle polizze index linked collegate ai titoli della banca d'affari newyorkese. Un rimborso da 120 milioni di euro, a favore di ben 11mila risparmiatori. Poi, nello stesso anno, la riduzione unilaterale dello spread sui mutui, con un beneficio totale sulla clientela di 65 milioni di euro. Un segnale concreto di vicinanza agli italiani ma anche un'occasione, nelle parole del self-made man, che si è spento all'età di 81 anni nella notte del 24 novembre, per dimostrare quanto la banca fosse “diversa”. E per rispondere a quel bisogno, intuito all'inizio della propria carriera, di “diventare un punto di riferimento” per le famiglie italiane. Avvicinando la finanza alle persone.
Episodi come questi forse raccontano, insieme ai numeri della sua straordinaria impresa iniziata nel 1982, un pezzo importante dell'uomo e dell'imprenditore. Nato a Tombolo il 3 luglio del 1940, da bambino Doris sogna di diventare mediatore di bestiame come il padre. Ma all'età di 10 anni si ammala di nefrite e decide di concentrarsi sugli studi. Dal 1960 al 1968 presso la Banca Antoniana di Padova, nel 1969 muove i primi passi nel settore della consulenza finanziaria occupandosi di gestione dei risparmi delle famiglie in Fideuram e, dal 1971 al 1981, in Dival (Gruppo Ras).
Nel febbraio del 1982 l'incontro a Portofino con Silvio Berlusconi e la nascita, con il supporto imprenditoriale e logistico del Gruppo Fininvest, di Programma Italia (la prima rete di consulenti globali nel settore del risparmio) poi trasformatosi in Mediolanum nel giugno del 1997. Con un'idea, come anticipato in apertura: “diventare il punto di riferimento della famiglia italiana per il risparmio”. Insomma, un nuovo modo di fare banca. “Costruita intorno a te”, raccontava mentre tracciava un cerchio sulle sabbie di un lago salato come testimonial della campagna pubblicitaria del Gruppo di Basiglio nel 2000. Un istituto che, tra l'altro, dal primo gennaio 2022 entrerà a far parte del gruppo di banche “rilevanti” (significant banks) che saranno vigilate direttamente dalla Banca centrale europea. Un passaggio che certifica l'importanza sistemica che l'istituto ha saputo conquistare non solo in Italia, ma anche nel contesto europeo.
Nel 2008 il passaggio del testimone al figlio Massimo, da allora alla guida dell'istituto come amministratore delegato. Poi, il crac di Lehman Brothers e quei 120 milioni di euro rimborsati dai due azionisti di maggioranza di Banca Mediolanum, la famiglia Doris e il gruppo Fininvest. “Il miglior investimento della mia vita”, racconterà in più occasioni. Una mission, quella di essere concretamente vicino alla clientela, che il fondatore di Banca Mediolanum è stato in grado di trasmettere anche nei valori, nella cultura e nell'identità aziendale della banca. Basti ricordare le diverse iniziative solidali predisposte nel corso degli anni, dall'alluvione in Piemonte nel 1994 (quando fu stanziato un contributo a fondo perduto da 1 miliardo di lire) al terremoto in Emilia Romagna nel 2012 (quando furono devoluti 2 milioni di euro), per 230 milioni di euro complessivamente fino a oggi.
Appena due mesi fa, il Consiglio di amministrazione prese atto delle sue dimissioni dalla carica di presidente e amministratore. Un “passaggio formale”, nelle sue parole a Radiocor, in linea con la volontà di ridurre il suo impegno quotidiano nell'istituto. “Erano ormai almeno un paio di anni che meditavo di alzare il piede dall'acceleratore e avere un ruolo meno impegnativo”, aveva ammesso, raccontando dei “tanti progetti” in cantiere per gli anni a venire “non solo di business, a cominciare dal proseguire sempre più nella direzione della restituzione a chi ne ha bisogno, ai più deboli e meno fortunati”.
A dare l'annuncio della scomparsa sono stati la moglie Lina Tombolato e i figli Sara e Massimo, che “in questi giorni di lutto” hanno fatto sapere di desiderare “mantenere uno stretto riserbo”. “Inguaribile ottimista, banchiere illuminato, pronto a fare la propria parte per il suo amato Paese”, le parole a lui dedicate in un comunicato stampa ufficiale della banca. “Uomo guidato da una fortissima fede cattolica e mosso da un sincero principio di restituzione: lascia un'eredità di valori e di visione che saranno sempre fonte d'ispirazione per Banca Mediolanum e per coloro che hanno conosciuto e collaborato con lui”. A omaggiarlo in una nota di cordoglio anche Silvio Berlusconi, che lo ricorda come “un grande uomo, un grande imprenditore, un grande patriota, un grande italiano. Un uomo generoso, altruista, sempre attento agli altri, sempre vicino a chi aveva bisogno”. Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, racconta infine di un “banchiere illuminato e fortemente innovativo, attento e sensibile contemporaneamente alla crescita aziendale, dei clienti e dei collaboratori”.
Nel 2008 il passaggio del testimone al figlio Massimo, da allora alla guida dell'istituto come amministratore delegato. Poi, il crac di Lehman Brothers e quei 120 milioni di euro rimborsati dai due azionisti di maggioranza di Banca Mediolanum, la famiglia Doris e il gruppo Fininvest. “Il miglior investimento della mia vita”, racconterà in più occasioni. Una mission, quella di essere concretamente vicino alla clientela, che il fondatore di Banca Mediolanum è stato in grado di trasmettere anche nei valori, nella cultura e nell'identità aziendale della banca. Basti ricordare le diverse iniziative solidali predisposte nel corso degli anni, dall'alluvione in Piemonte nel 1994 (quando fu stanziato un contributo a fondo perduto da 1 miliardo di lire) al terremoto in Emilia Romagna nel 2012 (quando furono devoluti 2 milioni di euro), per 230 milioni di euro complessivamente fino a oggi.
Appena due mesi fa, il Consiglio di amministrazione prese atto delle sue dimissioni dalla carica di presidente e amministratore. Un “passaggio formale”, nelle sue parole a Radiocor, in linea con la volontà di ridurre il suo impegno quotidiano nell'istituto. “Erano ormai almeno un paio di anni che meditavo di alzare il piede dall'acceleratore e avere un ruolo meno impegnativo”, aveva ammesso, raccontando dei “tanti progetti” in cantiere per gli anni a venire “non solo di business, a cominciare dal proseguire sempre più nella direzione della restituzione a chi ne ha bisogno, ai più deboli e meno fortunati”.
A dare l'annuncio della scomparsa sono stati la moglie Lina Tombolato e i figli Sara e Massimo, che “in questi giorni di lutto” hanno fatto sapere di desiderare “mantenere uno stretto riserbo”. “Inguaribile ottimista, banchiere illuminato, pronto a fare la propria parte per il suo amato Paese”, le parole a lui dedicate in un comunicato stampa ufficiale della banca. “Uomo guidato da una fortissima fede cattolica e mosso da un sincero principio di restituzione: lascia un'eredità di valori e di visione che saranno sempre fonte d'ispirazione per Banca Mediolanum e per coloro che hanno conosciuto e collaborato con lui”. A omaggiarlo in una nota di cordoglio anche Silvio Berlusconi, che lo ricorda come “un grande uomo, un grande imprenditore, un grande patriota, un grande italiano. Un uomo generoso, altruista, sempre attento agli altri, sempre vicino a chi aveva bisogno”. Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, racconta infine di un “banchiere illuminato e fortemente innovativo, attento e sensibile contemporaneamente alla crescita aziendale, dei clienti e dei collaboratori”.