Largo alle donne nel mondo delle reti

24.3.2022
Tempo di lettura: 5'
Oggi la percentuale di donne nel settore della consulenza finanziaria sfiora il 20%. Un contesto che, dati alla mano, rischia non solo di allontanare talenti ma anche giovani investitrici. Che cercano nel banker un supporto nella costruzione di progetti a lungo termine. La strategia di Paola Pietrafesa, ad di Allianz Bank Financial Advisors
La latitanza delle donne nel settore della consulenza rischia di allontanare anche le risparmiatrici dal mondo degli investimenti
Allianz Bank Financial Advisors conta più di 530 professioniste su un totale di oltre 2mila consulenti. Dal 2017, in particolare, il numero delle donne inserite nella rete è aumentato di circa il 15%
Siglato un accordo con il Winning Women Institute per lo sviluppo di un modello di analisi di gender equality sulla propria rete di consulenti finanziari
La libera professione, insieme alle relative sicurezze rispetto a una carriera dipendente, ha storicamente frenato l'ingresso delle donne nel mondo delle reti. Ma non è l'unico fattore che, negli ultimi 50 anni, ha reso la consulenza finanziaria un settore prettamente al maschile. E che, numeri alla mano, rischia di disincentivare non solo l'interesse delle donne per una carriera nella finanza ma anche delle risparmiatrici per il mondo degli investimenti. Specie quando si parla di under 30.
Come racconta Paola Pietrafesa, amministratore delegato di Allianz Bank Financial Advisors, la difficoltà di trovare modelli al femminile cui ispirarsi rappresenta una delle prime ragioni che terrebbe lontane le donne dalle reti di consulenza. Ma anche la mancanza di conoscenza sulle opportunità di “una professione imprenditoriale flessibile, che può lasciare il giusto spazio alla gestione di una famiglia”. Senza dimenticare l'assenza di “una corretta educazione finanziaria nella fase scolare, al fine di preparare e orientare le scelte future delle donne nel lavoro”, spesso indirizzate verso occupazioni meno “rischiose”. Inoltre, continua Pietrafesa, bisogna considerare che la professione della consulenza finanziaria è relativamente recente. Nata intorno al 1970, spiega, solo negli ultimi decenni ha assistito a una profonda trasformazione, con la “forte spinta all'innovazione tecnologica” che “ha aperto nuove opportunità”.
Eppure, secondo un recente studio di Bny Mellon Investment Management, condotto da Coleman Parkers Research su un campione di 8mila soggetti in 16 mercati (tra cui l'Italia) e 100 asset manager, il 29% delle investitrici con un'età inferiore ai 30 anni dichiara che se potesse confrontarsi con una consulente donna investirebbe di più di quanto non faccia attualmente. Una percentuale che scende al 16% se si tratta di over 50. Donne, tra l'altro, che nel 42% dei casi rivelano una bassa tolleranza al rischio. E che per la stessa ragione preferirebbero affidarsi a un professionista piuttosto che ricorrere al fai-da-te (nel 45% dei casi a fronte del 33% degli uomini). Se guardiamo all'Italia, e in particolare al private banking, dati Aipb rivelano inoltre come la clientela femminile oggi rappresenti circa il 35% del mercato servito. E, come racconta ancora Pietrafesa, “predilige la costruzione di progetti nel tempo, che vengono mantenuti fino al raggiungimento degli obiettivi, soprattutto per i propri cari”.
Esigenze che, nel caso di Allianz Bank, vengono accolte da un team di oltre 530 professioniste su un totale di oltre 2mila consulenti. Una quota sopra la media del settore, se si considera che in Italia la percentuale femminile nelle reti sfiora il 20%, che si confronta con il 27% tra i private banker e con quasi il 50% tra i gestori del segmento affluent nelle banche tradizionali. “Dal 2017 a oggi, il numero delle donne inserite nella nostra rete è aumentato di circa il 15%”, spiega la ceo. “Per i prossimi tre anni, prevediamo un'ulteriore forte crescita della presenza delle donne all'interno della nostra rete. Per accelerare l'inclusione e lo sviluppo professionale femminile puntiamo da un lato sulla digitalizzazione, che consente di curare la relazione con il cliente anche a distanza in modo accurato ed efficiente in tutti i suoi aspetti, e dall'altro sull'utilizzo del modello di lavoro in team, che favorisce la condivisione delle competenze con un approccio consulenziale multidisciplinare e integrato. Stiamo inoltre mettendo in campo un pacchetto di sostegni per supportare le donne in questa professione, come percorsi di inserimento professionale e formazione dedicati e innovative formule di welfare per supportare maternità o caregiving”.
Ricordiamo inoltre che lo scorso dicembre la banca-rete ha siglato un accordo col Winning Women Institute, organizzazione impegnata a diffondere la parità di genere nel mondo del lavoro, per la costruzione del primo modello di analisi di gender equality su una rete di consulenti finanziari. “Il Winning Women Institute analizza da anni le caratteristiche di molte aziende in riferimento alla tematica della parità di genere e ha elaborato un modello che si basa principalmente su quattro aree di indagine: l'opportunità di crescita professionale, l'equità remunerativa, le politiche per la gestione della gender diversity e la tutela della maternità (con particolare attenzione rivolta a iniziative e strumenti utili a evitare che venga vissuta come momento di penalizzazione professionale)”, spiega Pietrafesa. “Le caratteristiche di una rete di financial advisor sono ovviamente differenti da quelle di un'azienda tradizionale, con una serie di servizi e supporti tipici del lavoro dipendente. La collaborazione con l'istituto è proprio funzionale a individuare i parametri specifici che saranno utilizzati per indagare le caratteristiche della rete di Allianz Bank ed evidenziarne aree di eccellenza e ambiti di sviluppo”. L'accordo si inserisce in un più ampio programma avviato da Allianz Bank nel 2018 per sensibilizzare e sostenere la crescita delle proprie consulenti finanziarie. Tra le iniziative in campo, l'istituzione della “Commissione permanente pink” come task force per coordinare i progetti di sviluppo professionale delle donne in rete, i programmi di mentorship al femminile per agevolare il percorso di crescita, la scuola di formazione manageriale, lo sviluppo della cultura di genere attraverso best practice per fornire role model cui ispirarsi e un progetto per sensibilizzare le giovani generazioni all'educazione finanziaria.
(Articolo tratto dal magazine We Wealth di marzo 2022)
Esigenze che, nel caso di Allianz Bank, vengono accolte da un team di oltre 530 professioniste su un totale di oltre 2mila consulenti. Una quota sopra la media del settore, se si considera che in Italia la percentuale femminile nelle reti sfiora il 20%, che si confronta con il 27% tra i private banker e con quasi il 50% tra i gestori del segmento affluent nelle banche tradizionali. “Dal 2017 a oggi, il numero delle donne inserite nella nostra rete è aumentato di circa il 15%”, spiega la ceo. “Per i prossimi tre anni, prevediamo un'ulteriore forte crescita della presenza delle donne all'interno della nostra rete. Per accelerare l'inclusione e lo sviluppo professionale femminile puntiamo da un lato sulla digitalizzazione, che consente di curare la relazione con il cliente anche a distanza in modo accurato ed efficiente in tutti i suoi aspetti, e dall'altro sull'utilizzo del modello di lavoro in team, che favorisce la condivisione delle competenze con un approccio consulenziale multidisciplinare e integrato. Stiamo inoltre mettendo in campo un pacchetto di sostegni per supportare le donne in questa professione, come percorsi di inserimento professionale e formazione dedicati e innovative formule di welfare per supportare maternità o caregiving”.
Ricordiamo inoltre che lo scorso dicembre la banca-rete ha siglato un accordo col Winning Women Institute, organizzazione impegnata a diffondere la parità di genere nel mondo del lavoro, per la costruzione del primo modello di analisi di gender equality su una rete di consulenti finanziari. “Il Winning Women Institute analizza da anni le caratteristiche di molte aziende in riferimento alla tematica della parità di genere e ha elaborato un modello che si basa principalmente su quattro aree di indagine: l'opportunità di crescita professionale, l'equità remunerativa, le politiche per la gestione della gender diversity e la tutela della maternità (con particolare attenzione rivolta a iniziative e strumenti utili a evitare che venga vissuta come momento di penalizzazione professionale)”, spiega Pietrafesa. “Le caratteristiche di una rete di financial advisor sono ovviamente differenti da quelle di un'azienda tradizionale, con una serie di servizi e supporti tipici del lavoro dipendente. La collaborazione con l'istituto è proprio funzionale a individuare i parametri specifici che saranno utilizzati per indagare le caratteristiche della rete di Allianz Bank ed evidenziarne aree di eccellenza e ambiti di sviluppo”. L'accordo si inserisce in un più ampio programma avviato da Allianz Bank nel 2018 per sensibilizzare e sostenere la crescita delle proprie consulenti finanziarie. Tra le iniziative in campo, l'istituzione della “Commissione permanente pink” come task force per coordinare i progetti di sviluppo professionale delle donne in rete, i programmi di mentorship al femminile per agevolare il percorso di crescita, la scuola di formazione manageriale, lo sviluppo della cultura di genere attraverso best practice per fornire role model cui ispirarsi e un progetto per sensibilizzare le giovani generazioni all'educazione finanziaria.
(Articolo tratto dal magazine We Wealth di marzo 2022)