Mediobanca, il wealth management brilla e si guarda a Kairos

Il ceo Alberto Nagel ha confermato l'interesse nei confronti di Kairos, dicendo che ci saranno "novità in settembre" e che "il dialogo prosegue". Ha poi aggiunto che Mediobanca presenterà il nuovo piano strategico "in occasione di un capital market day che si terrà in novembre"
Mediobanca ha raggiunto tutti i principali obiettivi previsti dal piano industriale 2016/2019, pur in presenza nell'esercizio appena concluso di un utile netto di 823 milioni di euro, in calo tendenziale del 4,7% sul periodo precedente (a causa però della mancanza di proventi straordinari per 98 milioni di cui aveva beneficiato il precedente conto economico)
Brindano tutte le divisioni, e in particolare quella del wealth management, che oggi è visibile nel marchio, nella scala, nel contributo al gruppo. Esso contribuisce, insieme con l'advisory, a generare il 60% delle commissioni, in crescita dell'11% sul triennio
La divisione wealth management realizza oltre il 20% dei ricavi e circa il 10% degli utili netti
Il wealth management protagonista dei risultati d'esercizio di Mediobanca
Come si legge in una nota, oggi il wealth management è visibile nel marchio, nella scala, nel contributo al gruppo. Esso contribuisce, insieme con l'advisory, a generare il 60% delle commissioni, in crescita dell'11% sul triennio. Il wealth management ha visto nell'ultimo triennio un'importante sviluppo in affiancamento alla crescita organica. Ossia,
l'implementazione di due rilevanti progetti di integrazione: Barclays e Banca Esperia. Il ramo Barclays è stato fuso in CheBanca!, mentre Banca Esperia è dventata parte integrante di Mediobanca, con la ridenominazione delle attività in Mediobanca Private Banking. E' stata inoltre acquisita Ram Active Investments.
La piattaforma wealth management del gruppo Mediobanca ha beneficiato di queste dinamiche, acquisendo dimensione e visibilità nei mercati di riferimento, connotandosi come operatore altamente specializzato. La divisione wealth management è oggi il maggiore contributore alle commissioni nette di gruppo (44%), realizzando oltre il 20% dei ricavi e circa il 10% degli utili netti.
Si segnalano risultati record anche nel consumer e nella leadership del corporate & investment banking nel sud Europa. In particolare, il tasso annuo di crescita composto delle masse in gestione (39 miliardi di euro) è del 31% nel triennio. Quello degli impieghi segna invece un aumento del 9%, attestandosi a 44 miliardi. I ricavi infine presentano un cagr del 7%. A questi numeri contribuisce il margine di interesse, in crescita del 5% sul triennio, malgrado lo scenario di tassi negativi.
I numeri, in sintesi
La divisione wealth management registra oggi:
- 39 miliardi di masse gestite, 3Ycagr +31% (+4% nell'esercizio), ripartite tra private
banking (17 miliardi), affluent (10 miliardi) e asset management (12 miliardi). - 22 miliardi di depositi, 3Ycagr +17%, +18% nell'esercizio.
- 5 miliardi di raccolta netta annua.
- oltre 900 professionisti, triplicati rispetto a giugno 16 (260), +18% nell'esercizio, di cui 780 facenti capo a CheBanca! e 130 al private banking.
- 547 milioni di ricavi, 3Ycagr +18%, +4% nell'esercizio, ben diversificati per segmento
(55% affluent: 45% private) e fonte di reddito (50% da margine di interesse : 50%
commissioni, per la quasi totalità ricorrenti) - 71 milioni di utile netto, 3Ycagr +23%, +3% nell'esercizio Roac del 16%, in sostanziale aumento dal 13% del 2018 e dal 9% del 2016.
Gli altri risultati positivi, in breve
Cresce del 16% sul triennio il risultato operativo, pari a 1,1 miliardi di euro. E' questo un valore superiore agli obiettivi del piano di sviluppo triennale, che preveeva una crescita del 10%. I motivi? La favorevole evoluzione del costo del rischio ed il mantenimento dell'efficienza operativa. Si registra poi un return on tangible equity (Rote) rettificato del 10,2% (da 9,5%), pur in assenza di utili da cessioni. L'utile rettificato invece è migliorato dell'8% a/a a 860 milioni, mentre l'utile per azione rettificato si attesta a 0,97 euro. I ricavi sono poi saliti del 4% a/a a 2,5 miliardi di euro, trainati dall'attività commerciale. Il risultato operativo si è rafforzato dell'8% a oltre 1,1 miliardi. Il costo del rischio è sceso da 62 a 52 punti base, mentre le attività deteriorate lorde sono ulteriormente calate dell'8% a 1,8 miliardi.
In funzione dei risultati conseguiti, il payout è stato alzato dal 48% al 50% e ai soci verrà proposto il pagamento di una cedola unitaria di 0,47 euro, stabile rispetto all'ultimo esercizio. La merchant milanese ha infine deciso di estendere il piano di riacquisto azioni proprie fino al 4,3% del capitale.
