Le società fiduciarie puntano sui professionisti

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Le fiduciarie si adattano ai tempi che corrono. Cercando di scrollarsi di dosso il problema della trasparenza, puntano su servizi high tech aggiuntivi rispetto all'intestazione fiduciaria. Il tutto strizzando l'occhio ai professionisti

Le fiduciarie sono sempre più proiettate ad affiancare i professionisti e i loro clienti nell'amministrazione dei beni. E non solo

Tre gli elementi del mandato fiduciario: più trasparenza derivante dal definito quadro normativo; l'ampliamento dei servizi disponibili e l'imminente implementazione dell'IA nelle procedure interne ed esterne

“Sono circa 10 mila le società in Italia che oggi sono partecipate da fiduciarie. Vi è un legame molto forte con i professionisti, quali commercialisti e avvocati, per il ruolo che hanno ricoperto nelle ultime sanatorie fiscali come per la voluntary disclosure. A questa si aggiunge il ruolo di sostituto di imposta e quello per gli adempimenti fiscali all'estero che questo tipo di società possono svolgere”.
Lo ha detto il direttore di Unione fiduciaria, Filippo Cappio, durante il convegno sulle “società fiduciarie ex art.106 del Tub” organizzato da Aidc nelle sale di Palazzo Castiglioni a Milano, in cui si sono messe in luce le nuove prospettive del mandato fiduciario davanti a una platea di commercialisti e avvocati. Cappio ha poi ricordato i tre elementi su cui ruota oggi il mandato fiduciario: la maggiore trasparenza, l'ampliamento dei servizi disponibili e la “digitalizzazione” del rapporto sia interno sia con il cliente.
La trasparenza è garantita dalla IV & V direttiva antiriciclaggio sulla titolarità effettiva di società e entità giuridiche e dal Dac6, che prevede l'obbligo a carico degli intermediari e dei professionisti di informare le autorità fiscali in merito a schemi o meccanismi transfrontalieri fiscalmente aggressivi di cui vengano a conoscenza. “Due sono gli organismi di vigilanza sulle società fiduciarie - ha precisato sul tema Laura Paganini, amministratore delegato di Ser-Fid -  il Mise e la Banca d'Italia. I ruoli sono distinti: il primo fornisce le autorizzazioni ed entra nel merito della governance e dell'assetto societario della fiduciaria. Banca d'Italia segue, invece, l'antiriciclaggio per l'identificazione della clientela. Vi è poi il monitoraggio fiscale”. Tutto all'insegna della trasparenza.

“Sul tema trasparenza permangono tuttavia delle limitazioni”, come ha fatto notare il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano, Vinicio Nardo, intervenuto nel corso dei lavori. Secondo un recente parere reso dal suo Ordine, uno studio legale costituito sotto forma di società non può essere partecipato da una società fiduciaria. Le fiduciarie sono espressione anche della libertà degli individui, ma la crescente esigenza di trasparenza che anima la nostra società non può essere limitata.

Al tema trasparenza si affianca quello dell'ampliamento dei servizi disponibili. Tra i nuovi servizi vi è il recupero di imposte pagate all'estero nei fenomeni di doppia imposizione, i servizi online, la gestione della fiscalità sulla giacenza di valute, il monitoraggio consolidato. A questi si aggiunge l'evoluzione dei servizi fiduciari complementari, quali l'attività di organizzazione e revisione aziendale, la gestione del libro soci, la rappresentanza degli azionisti e degli obbligazionisti nelle assemblee societarie, la funzione di trustee e protector, l'escrow account.
Infine fondamentale è la “digital transformation”, ossia la digitalizzazione di servizi già esistenti. Secondo l'ingegnere Sestili, della startup Vincix Finance, l'applicazione delle nuove tecnologie sulle società fiduciarie sarà di forte impatto. L'intelligenza artificiale (IA) e la robotica saranno presto inserite nei sistemi e negli applicativi utilizzati dalle fiduciarie per sostituire il lavoro ripetitivo e a basso valore intellettuale oggi svolto dai dipendenti. Ne beneficeranno anche i rapporti bancari e la loro gestione, considerando che nel breve è previsto un forte incremento di apertura di conti correnti provenienti dai paesi in via sviluppo. Altro elemento importantissimo sarà la blockchain. Questi tre elementi tecnologici cambieranno il modo di gestire le attività e le modalità di lavoro. Si arriverà a brevissimo a una “digitalizzazione” del rapporto e del mandato fiduciario, con beneficio dei clienti, dei professionisti e delle stesse fiduciarie. Il processo è già in corso, i costi di accesso sono bassi e il rischio tecnologico è considerato nullo.
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Specializzato in diritto tributario presso la Business School de Il Sole 24 ore e poi in diritto e fiscalità dell’arte, dal 2004 è iscritto all’Albo degli Avvocati di Milano ed è abilitato alla difesa in Corte di Cassazione. La sua attività si incentra prevalentemente sulla consulenza giuridica e fiscale applicata all’impiego del capitale, agli investimenti e al business. E’ partner di Cavalluzzo Rizzi Caldart, studio boutique del centro di Milano. Dal 2019 collabora con We Wealth su temi legati ai beni da collezione e investimento.

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