Azimut, a sorpresa arrivano le dimissioni di Albarelli

18.12.2018
Tempo di lettura: 3'
Inaspettatamente, il 18 dicembre, Sergio Albarelli ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato e direttore generale della società. A Piazza Affari le vendite hanno affossato il titolo, che ha chiuso in calo del 6,2%, poco sopra i 10 euro
Albarelli è stato direttore generale e amministratore delegato di Azimut Holding dall'ottobre 2016 al dicembre 2018
Ha lavorato anche per Deutsche AM e Franklin Templeton
Albarelli è stato anche vice presidente di Assogestioni e dell'American Chamber of Commerce in Italy
Bufera all'interno di Azimut Holding. Inaspettatamente, il 18 dicembre, Sergio Albarelli ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato e direttore generale della società. E in Borsa il titolo è sprofondato, chiudendo la seduta poco sopra ai 10 euro, in calo del 6,2%.
“Il consiglio di amministrazione di Azimut Holding”, si legge in un comunicato agli organi di stampa, “informa che il dott. Sergio Albarelli in data odierna ha risolto il rapporto di lavoro con effetto al 25 gennaio 2019 e i rapporti di amministrazione intercorrenti con il Gruppo Azimut, per scelta personale e in pieno accordo con gli organi sociali”.
E ora? Fino alla nomina del nuovo amministratore delegato, prevista con l'assemblea degli azionisti del prossimo aprile, la società ha confermato le deleghe attribuite già in precedenza ai componenti del consiglio di amministrazione per consentire la gestione ordinaria e straordinaria del gruppo.
Albarelli è stato amministratore delegato e direttore generale di Azimut Holding dall'ottobre del 2016. Con più di 25 anni di esperienza nel settore, è un punto di riferimento nell'industria del wealth management. Dopo aver contribuito allo sviluppo di Deutsche Asset Management in Italia, entra nel 2000 in Franklin Templeton come responsabile dell'ufficio italiano. La responsabilità si e estende nel 2005 alla Spagna, alla Francia nel 2008 e al Benelux nel 2010. Il riconoscimento di Albarelli arriva anche dall'ambito istituzionale: è stato infatti vicepresidente di Assogestioni, vicepresidente dell'American Chamber of Commerce in Italy e ha partecipato al comitato corporate covernance di Borsa Italiana.
L'ex amministratore delegato detiene 99.835 azioni Azimut Holding. La Società, si legge nel comunicato, corrisponderà a Sergio Albarelli oltre all'erogazione di quanto già maturato a titolo di retribuzione, emolumenti fissi, ratei e competenze di fine rapporto, la cifra di 700.000 euro lordi. Con riferimento invece alla risoluzione consensuale dei rapporti di amministratore, verrà corrisposta ad Albarelli la complessiva somma di Euro 233.000 lordi. E' poi previsto un accordo di non concorrenza.
“Il percorso svolto in Azimut è stato un percorso di successo che ha visto nascere oltre 60 progetti di ammodernamento dei processi interni e di introduzione di nuovi – ha commentato lo stesso Sergio Albarelli - Un articolato lavoro, che doterà il gruppo a luglio 2019 di uno dei più avanzati sistemi informatici in grado di garantire un servizio ancora più efficiente sia verso la clientela che verso la rete distributiva. Dall'ottobre 2016 ad oggi le masse gestite ed amministrate dal gruppo Azimut sono passate da 42 a 52 mld con oltre 11mld di raccolta netta di cui 7 all'estero. La forte presenza internazionale è frutto di un processo strutturato ed è l'esempio più significativo della validità di un progetto di crescita, non solo domestico, avviato diversi anni fa che ha registrato traguardi importanti e vede oggi un quarto del business di gruppo al di fuori dell'Italia”.
“Il consiglio di amministrazione di Azimut Holding”, si legge in un comunicato agli organi di stampa, “informa che il dott. Sergio Albarelli in data odierna ha risolto il rapporto di lavoro con effetto al 25 gennaio 2019 e i rapporti di amministrazione intercorrenti con il Gruppo Azimut, per scelta personale e in pieno accordo con gli organi sociali”.
E ora? Fino alla nomina del nuovo amministratore delegato, prevista con l'assemblea degli azionisti del prossimo aprile, la società ha confermato le deleghe attribuite già in precedenza ai componenti del consiglio di amministrazione per consentire la gestione ordinaria e straordinaria del gruppo.
Curriculum
Albarelli è stato amministratore delegato e direttore generale di Azimut Holding dall'ottobre del 2016. Con più di 25 anni di esperienza nel settore, è un punto di riferimento nell'industria del wealth management. Dopo aver contribuito allo sviluppo di Deutsche Asset Management in Italia, entra nel 2000 in Franklin Templeton come responsabile dell'ufficio italiano. La responsabilità si e estende nel 2005 alla Spagna, alla Francia nel 2008 e al Benelux nel 2010. Il riconoscimento di Albarelli arriva anche dall'ambito istituzionale: è stato infatti vicepresidente di Assogestioni, vicepresidente dell'American Chamber of Commerce in Italy e ha partecipato al comitato corporate covernance di Borsa Italiana.
L'ex amministratore delegato detiene 99.835 azioni Azimut Holding. La Società, si legge nel comunicato, corrisponderà a Sergio Albarelli oltre all'erogazione di quanto già maturato a titolo di retribuzione, emolumenti fissi, ratei e competenze di fine rapporto, la cifra di 700.000 euro lordi. Con riferimento invece alla risoluzione consensuale dei rapporti di amministratore, verrà corrisposta ad Albarelli la complessiva somma di Euro 233.000 lordi. E' poi previsto un accordo di non concorrenza.
“Il percorso svolto in Azimut è stato un percorso di successo che ha visto nascere oltre 60 progetti di ammodernamento dei processi interni e di introduzione di nuovi – ha commentato lo stesso Sergio Albarelli - Un articolato lavoro, che doterà il gruppo a luglio 2019 di uno dei più avanzati sistemi informatici in grado di garantire un servizio ancora più efficiente sia verso la clientela che verso la rete distributiva. Dall'ottobre 2016 ad oggi le masse gestite ed amministrate dal gruppo Azimut sono passate da 42 a 52 mld con oltre 11mld di raccolta netta di cui 7 all'estero. La forte presenza internazionale è frutto di un processo strutturato ed è l'esempio più significativo della validità di un progetto di crescita, non solo domestico, avviato diversi anni fa che ha registrato traguardi importanti e vede oggi un quarto del business di gruppo al di fuori dell'Italia”.