Unicredit, buyback va avanti e spinge il titolo. Ecco perché piace

“Al momento i segni per il resto dell’anno sono molto più positivi” di quelli attesi fino a poco tempo, ha dichiarato l'ad Andrea Orcel, secondo il quale “siamo in un momento positivo per l’Italia"
Considerando i dividendi, gli azionisti di Unicredit potranno contare su un rendimento intorno al 15%
Unicredit procederà a ritmo serrato con il riacquisto di azioni proprie: dopo la conclusione della prima tranche di buyback da 2,3 miliardi di euro, prevista per fine giugno, seguirà “immediatamente dopo” l'avvio della seconda tranche da 1 miliardo. Si prevede di cominciare la fase 2 già nell'ultima settimana di questo mese e di concluderla entro settembre, ha comunicato la banca in una nota.
La remunerazione complessiva degli azionisti, come previsto, arriverà a 3,3 miliardi solo per la componente buyback, ad essa andranno aggiunti i dividendi per una remunerazione totale stimata a 5,25 miliardi e un rendimento intorno al 15%. La notizia sulle tempistiche spedite del processo di riacquisto ha spinto il titolo Unicredit in apertura di seduta il 21 giugno, con il miglior rialzo della giornata all'interno dell'indice Ftse Mib (+3,27%).
A che punto è Unicredit
Al momento Unicredit ha completato circa il 90% della prima tranche di buyback, per 2,07 miliardi, cui è corrisposto il riacquisto di 111,9 milioni di azioni.
La posizione della banca guidata da Andrea Orcel, che ha superato le attese nel primo trimestre realizzando 2,1 miliardi di utili, appare rafforzata non solo da un contesto favorevole per il margine d'interesse (grazie al rialzo dei tassi), ma anche da un rallentamento economico inferiore alle attese – un vantaggio sulla solvibilità dei debitori dalla quale consegue il mantenimento di una migliore qualità degli attivi. Si tratta di una prospettiva in miglioramento anche per i prossimi mesi, ha affermato Orcel a un evento organizzato da Mediobanca, anticipando di poter contenere il costo del rischio su livelli migliori rispetto a quelli previsti nella guidance 2023: “Al momento i segni per il resto dell’anno sono molto più positivi” di quelli attesi fino a poco tempo, ha dichiarato l'ad, secondo il quale “siamo in un momento positivo per l’Italia... siamo cresciuti lo scorso anno e continuiamo a crescere quest’anno, significativamente di più ad esempio di Germania e Francia”.
“Le indicazioni di Orcel danno ulteriore visibilità sulla capacità della banca di conseguire, se non superare, i target 2023, oltre a confermare la fiducia del management nella capacità di sostenere, nell'attuale contesto di mercato, livelli di redditività e distribuzione elevati”, commentano gli analisti di Equita.
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Buyback, la logica dell'operazione e i vantaggi
Con questo tipo di operazione, la banca ricompra le sue azioni e, in cambio, “distribuisce” al mercato parte della liquidità realizzata. Il buyback è una forma di remunerazione degli azionisti alternativa alla distribuzione di dividendi, ma un po' più “flessibile” rispetto a questi ultimi.
Il motivo l'aveva ricordato, in un precedente articolo su We Wealth, il market analyst di eToro, Gabriel Debach, “sebbene i dividendi rappresentino un segnale forte che la società è fiduciosa di essere costantemente redditizia nel futuro, un loro taglio ha un effetto decisamente negativo sulle quotazioni. Questa dinamica è invece meno presente sui buyback: qualora l’azienda decidesse di ridurli (per problemi economici), risulterebbero comunque meno evidenziati dai mercati”.
Talvolta la forza di attrazione dei buyback, largamente utilizzati dalle imprese quotate a Wall Street, ha attirato critiche da parte della politica: remunerare gli azionisti, del resto, sottrae risorse per gli investimenti in sviluppo dell'azienda. Una considerazione di ordine generale che non sembra scalfire i piani dell'Unicredit di Orcel, che è riuscita finora nell'obiettivo di ridare slancio al valore delle azioni di Piazza Gae Aulenti. Negli ultimi 12 mesi il prezzo di Unicredit è quasi raddoppiato (+97%), mentre la media del settore rappresentata dal Ftse Italia Banche ha mostrato un più moderato progresso del 47%.
“Riteniamo plausibile un nuovo programma di buyback da eseguire nel 2024”, hanno affermato gli analisti di Intermonte, “insieme ad un monte dividendi riguardanti il 2023 di circa 2 miliardi per una remunerazione totale degli azionisti pari a 5,75 miliardi”.