Trimestrali, Goldman delude. A Piazza Affari corrono le banche

Per Goldman Sachs i ricavi complessivi sono stati pari a 12,22 miliardi di dollari (-5%), contro i 12,79 previsti dal consenso Refiniv.
A Milano un'altra seduta positiva per i bancari, con nuovi rumor sulla fusione Unicredit-Bpm, ha riportato l'indice settoriale a un passo dai livelli pre-Svb
Dopo le buone performance di JPMorgan e Citi, il mercato non ha accolto con favore i risultati trimestrali di Goldman Sachs e Bank of America.
Per GS i ricavi complessivi sono stati pari a 12,22 miliardi di dollari (-5%), contro i 12,79 previsti dal consenso Refiniv. Gli utili per azione, invece, sono stati migliori del previsto 8,79 dollari (-18%) contro 8,10, soprattutto grazie alla vendita di di attività di consumer lending che hanno potuto sbloccare 440 milioni di riserve e spingere di 1,2 dollari l'utile per azione (secondo quanto calcolato da Wells Fargo). La reazione di Borsa sul titolo Goldman Sachs è stata decisamente negativa in apertura con un calo di oltre 2 punti percentuali a 331,69 dollari.
La crisi delle banche regionali e i deflussi dai depositi non ha potuto favorire Goldman Sachs come invece avvenuto per JPMorgan e altri grandi istituti per i quali il servizio della clientela al dettaglio è più rilevante. La maggiore dipendenza di Goldman Sachs dalle attività di trading e investment banking non hanno dunque favorito i conti del primo trimestre. Il trading dei prodotti a reddito fisso visto una contrazione dei ricavi del 17% a 3,93 miliardi (meno dei 230 previsti) mentre quello delle azioni ha ceduto il 7% a 3,02 miliardi (meglio dei 2,9 stimati). L'investment banking, invece, ha incassato una contrazione del 26% a 1,58 miliardi, superiori alle attese da 1,44 miliardi.
Inferiore alle attese, invece, l'incremento registrato nei ricavi della divisione di wealth e asset management: +24% a 3,22 miliardi, contro i 3,7 previsti.
I conti di BofA
Storia diversa quella di Bank of America, che ha battuto le attese sia sul fronte dei ricavi sia su quello degli utili, ma ha comunque registrato una flessione in Borsa superiore all'1% nella prima parte della seduta a Wall Street.
I ricavi si sono attestati a 26,39 miliardi contro i 25,13 previsti dal consenso Refinitiv, mentre gli utili per azione sono stati pari a 0,94 dollari (+15%) contro gli 0,82 stimati. La banca ha potuto beneficiare dell'effetto rialzi dei tassi, che ha fatto lievitare del 25% anno su anno il margine d'interesse a 14,4 miliardi di dollari. Probabilmente gli investitori hanno osservato con maggiore attenzione che i ricavi non collegati al margine d'interesse, che potrebbe contrarsi nei prossimi mesi se la Fed ricomincerà a tagliare i tassi, sono aumentati appena dell'1% a 11,8 miliardi. L'aumento dei ricavi del trading (+7% a 5,1 miliardi) hanno controbilanciato la riduzione di quelli riconducibili all'asset management e all'investment banking.
Per il momento il rischio di una delusione sui conti delle società americane non si è concretizzata hanno fatto notare lunedì proprio gli analisti di BofA sulla base delle prime 30 trimestrali pubblicate dalle società appartenenti al listino S&P 500. Il 90% di queste aziende ha battuto le stime sugli utili e il 73% quelli sui ricavi: la migliore sopresa in senso positivo nella prima settimana di reporting dal 2012.
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Nel frattempo, in Italia
Mentre Piazza Affari prepara il terreno per gli stacchi dei dividendi del prossimo 24 aprile, la notizia di una crescita superiore alle attese in Cina ha contribuito a sostenere il listino italiano, che ha chiuso la seduta di martedì in rialzo dello 0,69%. In luce soprattutto i titoli bancari, in testa ai migliori titoli della giornata: Mps (+5%), Bper (+4,4%), Mediobanca (+2,4%), Unicredit (2,3%), Banco Bpm (+2,1%), Banca Generali (+2,1%). Si torna a speculare su una possibile fusione fra Unicredit e Banco Bpm, che gli analisti di Equita ritengono sensata, “in quanto rafforzerebbe in modo significativo il posizionamento competitivo di Unicredit in Italia”, ma difficile da realizzare in questo momento.
L'indice settoriale Ftse Italia Banche, con un nuovo balzo dell'1,83% ha quasi completamente recuperato i livelli antecedenti al fallimento della Silicon Valley Bank : rispetto alla chiusura del 9 marzo l'indice settoriale è in calo del 2,48%.