Tesla e le altre: per le donne e le minoranze la strada è in salita

Sara Silano
Sara Silano
7.3.2022
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Dopo la citazione in giudizio per discriminazioni e molestie, la società di Elon Musk non è crollata in Borsa, ma gli azionisti temono i rischi legati alla perdita di talenti e ai costi delle cause legali. Intanto, tra le aziende dell'S&P 500, la parità è rimandata al 2060 e su pay gap si torna indietro
Non basta produrre auto elettriche per essere un'azienda sostenibile. Le questioni ambientali sono solo una parte della storia. Poi ci sono quelle sociali e di governance. Lo dimostra il caso Tesla con gli azionisti che si preparano a dare battaglia alla prossima assemblea generale, dopo che il Dipartimento per le pari opportunità della California ha citato in giudizio la società guidata da Elon Musk per presunte discriminazioni razziali e molestie (che l'azienda ha però smentito).

Il produttore di auto elettriche, che già deve fare i conti con le controversie significative legate al governo societario a causa di certi comportamenti di Musk e delle sue dichiarazioni sui social media, ora deve affrontare anche le accuse sulle condizioni dei suoi lavoratori, non solo per la sicurezza e la salute nei suoi impianti, ma anche per le questioni razziali e di genere.

I rischi materiali per gli azionisti


L'annuncio della causa della California non ha provocato il tracollo in Borsa di Tesla, ma la situazione potrebbe complicarsi con l'avvicinarsi dell'assemblea degli azionisti, che sempre più fanno sentire la loro voce non solo sulle nomine del consiglio di amministrazione e le remunerazioni dei vertici, ma anche su altre questioni-chiave, incluse quelle sociali. Normalmente le risoluzioni non sono vincolanti, ma il board le tiene in seria considerazione, perché gli azionisti votano anche sulla dirigenza. “Se le accuse aumenteranno e molti dipendenti andranno via, senza che Tesla riesca a trattenere i suoi migliori talenti, questo diventerà un serio problema per la casa automobilistica”, dice Seth Goldstein, senior analyst di Morningstar.

La questione è anche economica tanto che il fondo pensione dello stato di New York sta preparando una risoluzione per chiedere a Tesla di dichiarare quanto spende per le cause di discriminazione. Secondo gli analisti di Morningstar, un accordo per chiudere la controversia non avrà un impatto enorme, dato che la società vale in Borsa quasi mille miliardi di dollari. “Ci aspettiamo, però, cambiamenti nella gestione per assicurare che queste cause non ci siano più in futuro”, dice Goldstein.

Equità di genere rimandata al 2060


Il caso Tesla non è l'unico. Il luogo di lavoro rimane sfidante per molte donne, oltre che per le minoranze, perché rimangono forti barriere strutturali che impediscono loro un'equa partecipazione alla vita aziendale e alla crescita professionale. Il covid-19 ha peggiorato la situazione. “Le donne dovranno attende almeno fino al 2060 per vedere una equa rappresentazione dei generi nelle posizioni di leadership se andiamo avanti con questo ritmo - dice Jackie Cook, director stewardship di Morningstar - La loro presenza ai vertici delle aziende che compongono l'indice S&P 500 è cresciuta solo del 6% negli ultimi nove anni: dall'8% del 2012 al 14% del 2020”.

Il divario di rappresentazione e retribuzione tra uomini e donne nelle posizioni di leadership delle aziende dell'S&P 500
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Il gap retributivo si allarga


Intanto si registrano passi indietro sul gap nelle retribuzioni. I dati più recenti relativi al top management delle società americane sono del 2020 e mostrano una inversione di tendenza rispetto al periodo 2015-2019. In sostanza il divario si è allargato. Nell'anno dell'inizio della pandemia, le donne hanno guadagnato 75 centesimi per ogni dollaro incassato dagli uomini (in precedenza erano 88). Tra i titoli dell'indice S&P 500, le buste paga dei dirigenti sono cresciute del 24% tra il 2012 e il 2020, ma non in modo omogeneo: il 27% per i maschi e il 10% per le femmine.

Anche il rally azionario degli ultimi anni è stato appannaggio degli uomini. L'incremento dei premi basati su stock option e altre formule simili è stato del 30% in più per i maschi con il gap che si è allargato tra il 2019 e il 2020.

Siamo nella direzione giusta?


Se ci si ferma al dato sul numero di aziende che nell'ultimo decennio hanno inserito una donna ai vertici non si riesce a cogliere la situazione reale. Poco più della metà delle società nell'S&P 500 ha raggiunto questo traguardo, ma solo il 16% ne ha due o più e ancora meno (5,5%) è guidata da donne con progressi quasi impercettibili tra il 2012 e il 2021. Eppure, dicono i ricercatori di Morningstar, la strada per ridurre le discriminazioni, le cause legali e le controversie sulle questioni di genere e le disparità retributive è quella di avere una più forte rappresentanza femminile nelle posizioni apicali, garantendo pari opportunità di carriera per tutti.
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È editorial manager di Morningstar e specialista sui temi della sostenibilità. Laureata in Scienze della comunicazione, indirizzo giornalistico all'Università di Torino, è in Morningstar dal 2003. In precedenza, ha lavorato in Bloomberg Investimenti e Bloomberg News. Silano ha 20 anni di esperienza nell'analisi dell’industria finanziaria. Nel 2018 ha vinto il State Street Press Awards.

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