Stress e lavoro: 5 strategie contro il logorio della vita moderna

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La società di oggi ci vede di fronte a sfide che possono affaticarci e logorarci. Come gestire la fatica, lo stress e le tensioni? Dobbiamo agire sul un piano mentale. E non solo

In una famosa reclame del 1966, l’attore teatrale Ernesto Calindri consigliava di bere il liquore Cynar “contro il logorio (potremmo dire stress, ndr) della vita moderna”. E dire che a quei tempi non avevano la velocità di internet, un telefono che squillava in continuazione, decine e decine di e-mail a cui rispondere ogni giorno, stimoli e informazioni provenienti da ogni sorta di dispositivo elettronico e non solo. 


La tecnologia ha cambiato il nostro mondo, ha reso tutto più veloce e più immediato, tutto è multitasking, tutto è integrato, tutto è condivisibile. Insomma, tutto è molto bello. Ma è anche tutto molto stressante. E mentre il tempo si è accelerato, anche lo spazio si è allargato. 


Oggi la globalizzazione è un vantaggio per il consumatore, che può acquistare beni da ogni parte del mondo, ma non sempre lo è anche per il venditore, che adesso vede allargata la lista dei concorrenti oltre i confini regionali o nazionali. E per tutti, in generale, l’equilibro delle nostre vite è un po’ più dipendente da cosa succede non solo nel nostro quartiere, ma anche da quello che si verifica geograficamente agli antipodi da dove abitiamo. 


Se il tempo si velocizza e i confini si ampliano, la nostra quotidianità può vederci succubi di ritmi e distanze improbe, sul lavoro, in famiglia o nella vita privata. Certo, ogni epoca ha le sue difficoltà, e forse i minatori italiani emigrati in Belgio nel dopoguerra avrebbero preferito 48 ore di blackout del server del proprio sito aziendale piuttosto che respirare polvere e veleni per dodici ore al giorno. Ma, con le dovute distanze, anche la società di oggi ci vede di fronte a sfide che possono affaticarci e logorarci. E poiché non basta un liquore al carciofo per gestire la fatica, lo stress e le tensioni, dobbiamo agire su un altro piano. Quello mentale.

1) Distacco emotivo contro lo stress 

Il primo passo che possiamo fare è iniziare a guardare quello che ci succede distaccandocene emotivamente. Proviamo a osservare i nostri problemi, le nostre fatiche e le nostre difficoltà come se fossimo spettatori esterni. 

Osservarci da fuori può aiutarti a comprendere con maggiore chiarezza quello che ci succede. Lo svestiamo del carico emotivo – che ha a che fare con la nostra percezione soggettiva – e lo riduciamo a un fatto oggettivo, motivo per cui possiamo anche cominciare a elaborare una strategia per risolvere la difficoltà. 

Siamo appena stati tamponati nel traffico e ora la tua nuova automobile è danneggiata? Sicuramente la rabbia è tanta. Ma se togliamo l’emozione personale da quello che ci è successo, scopriremo che si tratta solo di un danno che il carrozziere potrà sistemare e che sarà pagato dall’assicurazione di chi ci ha tamponato. D’altronde, se fossimo stati tamponati mentre eravamo alla guida di una vecchia auto, probabilmente non ce la saremmo presa così tanto. Sul danno non possiamo farci nulla, ma sul modo in cui viviamo quell’esperienza sì. E viverla serenamente ci aiuta a preservare le nostre energie e ridurre il nostro stress. 


2) Onestà intellettuale con noi stessi 

Guardarci con occhi distaccati non significa ignorare le proprie emozioni. Al contrario, significa accettarle e imparare a gestirle. Dobbiamo prima riconoscere cosa ci fa stare male, cosa ci stanca, cosa ci consuma. Solo a quel punto sarà più facile “lasciare andare” le pressioni e trovare soluzioni anziché stare male per i problemi. Onestà intellettuale con noi stessi significa anche essere consapevoli delle nostre energie fisiche e non abusarne, col rischio di affaticarci oltremodo. 

L’onestà intellettuale ci aiuta a dare il giusto peso a tutti gli elementi della nostra vita, a gerarchizzare i nostri impegni e capire quali sono importanti, quali prioritari e quali invece ci rubano energie, che siano fisiche o mentali. Onestà intellettuale significa anche dire qualche “no” per fare in modo che il logorio della vita moderna sia un po’ meno logorante. Come essere onesti con se stessi? Possiamo osservare l’elenco degli impegni nella nostra agenda e assegnare a ogni impegno il periodo di tempo necessario per essere svolto. Se nella sola mattinata odierna abbiamo inserito quattro impegni e per ciascuno serve un’ora, forse la nostra agenda è un po’ troppo piena. E, “onestamente”, è utopico pensare di riuscire a completarla. Meglio rallentare. 


3) Linguaggio positivo 

Quando ci troviamo davanti a situazioni faticose da affrontare, può essere decisamente utile avvalersi di un linguaggio interno positivo. Il modo in cui parliamo a noi stessi influisce sulla nostra percezione della realtà esterna. E una montagna può diventare un cavalcavia, o viceversa. Dire: “Non ci riesco proprio” significa arrendersi e non darsi una seconda chance. Dire: “Non ci riesco ancora” significa concedersi tutto il tempo necessario per imparare, per trovare una soluzione per risolvere la situazione d’ostacolo. Dire: “Ci riesco trovando un’altra strategia” significa dare al cervello il comando di cercare soluzioni. A volta basta solo cambiare un avverbio o togliere una “negazione” per migliorarci la giornata. 


4) Il tempo per se stessi 

Le mail a cui rispondere sono sempre tante? L’agenda è piena di appuntamenti? I figli hanno anche loro bisogno di attenzione? Per quanto i nostri impegni siano improrogabili, dobbiamo ricordarci che possiamo dare solo quello che abbiamo. Se siamo stanchi, non possiamo rendere come vorremmo, in ogni campo della nostra vita. Una parte della giornata deve essere quindi dedicata a noi stessi. Coltivare una passione è il modo migliore per uscire dallo stress della quotidianità e ricaricare le batterie mentali. Per questo motivo il tempo per se stessi dovrebbe essere sacro, l’unico a cui non rinunciare mai. Può essere utile fissare in agenda un momento preciso ogni settimana da dedicare alla nostra passione, qualsiasi essa sia: in quella finestra di tempo, vietato prendere appuntamenti o fare altro. 


5) Uscire dal solito tram-tram 

Un’altra strategia che possiamo attuare per limitare lo stress che accumuliamo sul lungo periodo è quello di dedicarci a delle attività nuove, mai fatte prima. Fare qualcosa a cui non siamo abituati ci fa uscire dalla nostra routine, ci porta fuori dai nostri schemi, ci obbliga a impiegare processi mentali diversi, e tutto questo ci aiuta a staccare completamente dal nostro mondo. Quando poi ritorneremo alla nostra vita normale, saremo sicuramente più lucidi, più riposati e più rilassati. Non a caso la parola “divertimento” deriva dal latino, de-vertere, volgere altrove. Che cosa possiamo fare di nuovo? Una passeggiata scalzi. Andare a vedere un film in lingua straniera. Ricontattare un vecchio amico. Provare una nuova specialità culinaria. Iscriverci a un corso per imparare qualcosa di nuovo. Alzarsi all’alba per gustarsi il sorgere del sole. O se si preferisce dormire fino a tardi, sdraiarsi su un prato la sera e aspettare di vedere una stella cadente. O, perché no, bere anche un buon liquore alle erbe. Ma che non diventi un vizio, mi raccomando, altrimenti non è più una cosa nuova!

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Ha costituito 15 anni fa una boutique specializzata in formazione e coaching per manager e sportivi. Ha ideato una metodologia che vince le naturali resistenze all’apprendimento di nuovi comportamenti. È anche conosciuto come il fondatore della Domandologia ®. Insegna queste materie, oltre che nelle aziende private, anche presso l’Aeronautica militare italiana.

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