Lse dice sì a Refinitiv: Piazza Affari a rischio vendita

27.11.2019
Tempo di lettura: 2'
L'assemblea degli azionisti del London Stock Exchange ha approvato l'acquisizione di Refinitiv. Ma per ottenere il via libera dalle Autorità potrebbe essere necessario vendere Piazza Affari, dal 2007 in mano a Londra
L'assemblea del London Stock Exchange ha appoggiato l'accordo con il 99,27% dei voti
L'acquisizione dovrebbe costare al Lse circa 27 miliardi di dollari
La vendita della Borsa di Milano potrebbe essere necessaria nel caso in cui le Autorità chiedano delle ‘contropartite' in cambio del via libera all'accordo
Il via libera dei soci del London Stock Exchange all'acquisizione di Refinitiv - una tra le maggior banche dati al mondo - è finalmente arrivato dopo mesi di rincorse e rimandi. Il gruppo della Borsa di Londra, che dal 2007 controlla anche Piazza Affari è pronto quindi a ampliare le proprie attività di trading e diventare un importante distributore di dati di mercato. Il tutto attraverso un'acquisizione monstre da 27 miliardi di dollari. E che potrebbe mettere a rischio la permanenza di Borsa Italiana del gruppo.
L'assemblea ha appoggiato l'accordo con il 99,27% dei voti, praticamente la maggioranza assoluta. Il 99,26% ha votato a favore dell'intenzione di Lse di emettere nuove azioni per finanziare l'operazione, che dovrebbe essere completata nella seconda metà del 2020. Per il presidente del Lse, Don Robert, il board ha votato in modo unanime a favore dell'accordo in quanto si tratta di “un'opportunità vincente” che va nel migliore interesse dei soci e dell'azienda.
L'accordo - annunciato in agosto, solo 10 mesi dopo che un consorzio guidato dall'asset manager Blackstone aveva completato l'acquisto di Refinitiv da Thomson Reuters - per realizzarsi dovrà attendere il via libera normativo. Il processo potrebbe essere lungo e soprattutto, secondo rumors di mercato riportati da Reuters, potrebbe essere necessario vendere alcuni asset.
A finire nel mirino di una possibile cessione potrebbe essere proprio Piazza Affari. La vendita della Borsa di Milano ai rivali europei sarebbe necessaria nel caso in cui le Autorità chiedessero delle ‘contropartite' in cambio del via libera all'acquisizione. L'eventuale cessione aiuterebbe Lse a ridurre anche il debito, destinato ad aumentare dopo l'accordo con Refinitiv. Il rapporto tra debito netto ed Ebitda di Lse si è attestato a 1,7 a giugno, ma potrebbe passare a 3,5 dopo il deal, spiegano gli analisti.
Una volta concluso l'accordo, gli azionisti di Refinitiv avranno circa il 37% di Lse ma meno del 30% dei diritti di voto totali. Thomson Reuters ha dichiarato ad agosto che avrebbe posseduto il 15% di Lse dopo l'accordo.
L'accordo - annunciato in agosto, solo 10 mesi dopo che un consorzio guidato dall'asset manager Blackstone aveva completato l'acquisto di Refinitiv da Thomson Reuters - per realizzarsi dovrà attendere il via libera normativo. Il processo potrebbe essere lungo e soprattutto, secondo rumors di mercato riportati da Reuters, potrebbe essere necessario vendere alcuni asset.
A finire nel mirino di una possibile cessione potrebbe essere proprio Piazza Affari. La vendita della Borsa di Milano ai rivali europei sarebbe necessaria nel caso in cui le Autorità chiedessero delle ‘contropartite' in cambio del via libera all'acquisizione. L'eventuale cessione aiuterebbe Lse a ridurre anche il debito, destinato ad aumentare dopo l'accordo con Refinitiv. Il rapporto tra debito netto ed Ebitda di Lse si è attestato a 1,7 a giugno, ma potrebbe passare a 3,5 dopo il deal, spiegano gli analisti.
Una volta concluso l'accordo, gli azionisti di Refinitiv avranno circa il 37% di Lse ma meno del 30% dei diritti di voto totali. Thomson Reuters ha dichiarato ad agosto che avrebbe posseduto il 15% di Lse dopo l'accordo.