Fare squadra (in rosa) è l'asso vincente

Rita Annunziata
23.3.2022
Tempo di lettura: 5'
Due manager al femminile alla guida di un gruppo da 358 miliardi di asset in gestione. Alberica Brivio Sforza e Manuela Maccia raccontano le strategie di crescita dell'istituto ginevrino. Che, oggi, punta anche sulle donne. Stimolando la collaborazione tra banker

Lombard Odier punta ad accogliere nuovi professionisti ma anche ad offrire ai clienti private un supporto a 360°. Navigando attraverso la volatilità

Le due manager al femminile sono alla guida di un gruppo da 358 miliardi di asset in gestione e oltre 200 anni di storia

Secondo Manuela Maccia bisognerebbe puntare sul concetto di squadra. Incentivando la collaborazione (anche tra banker)

Una carriera ventennale tra Roma, Milano, Londra e Parigi. Poi il rientro in Italia nel 2020, come chief investment officer di Bnl Bnp Paribas. Fino alla nomina, lo scorso gennaio, a responsabile per l'offerta di Lombard Odier (Europe) Sa e direttore investimenti per l'Italia. Manuela Maccia collaborerà con Alberica Brivio Sforza, managing director per l'Italia del wealth manager internazionale ginevrino dal 2021. Due manager al femminile alla guida di un gruppo da 358 miliardi di franchi svizzeri di asset in gestione e oltre 200 anni di storia che punta non solo ad accogliere nuovi talenti ma anche ad offrire alla clientela private italiana un supporto a 360°. Mentre naviga attraverso la volatilità.
“Gli obiettivi iniziali, al momento del mio ingresso in Lombard Odier, erano sostanzialmente due: innanzitutto, rafforzare la squadra commerciale in Italia aggiungendo competenze forti. Manuela Maccia ovviamente ne rappresenta l'esempio principale, ma abbiamo assunto anche altre risorse e stiamo continuamente intervistando figure di banker che ci possano raggiungere nei prossimi mesi”, racconta Brivio Sforza. “Il secondo obiettivo è di brand awareness. La banca, in Italia, non è sufficientemente conosciuta e quando lo è c'è poca comprensione di quello che fa realmente e delle sue caratteristiche distintive. Per cui abbiamo incontrato direttamente tutti quelli che sono stati da sempre i nostri principali stakeholder, family office, studi legali, commercialisti, fiscalisti, ma anche altri competitor bancari con cui collaboriamo. E la clientela, ovviamente”. Obiettivi che, continua Brivio Sforza, rappresenteranno il fil rouge della strategia dell'istituto anche nel 2022.
Quanto all'offerta di prodotti e soluzioni d'investimento del gruppo in Europa, spiega invece Maccia, l'idea è quella di puntare su strumenti finanziari illiquidi e alternativi. Coinvolgendo anche le branch di Italia, Francia, Spagna, Lussemburgo, Belgio e Regno Unito. “L'idea è di capitalizzare sulla mia esperienza passata e, ascoltando le esigenze del business, arricchirlo partendo da tutta l'expertise che c'è in Svizzera e adattandola ai bisogni di una clientela di fascia alta”. Ma anche porre al centro della gestione la sostenibilità, “vista in una logica più innovativa come driver di performance dei portafogli”, precisa Maccia.

“Nel 2022 dovremo navigare attraverso la volatilità. Anche perché le banche centrali hanno cambiato tono e approccio”, aggiunge l'esperta. “Questo non toglie il fatto che dal punto di vista dell'analisi fondamentale il contesto macroeconomico, di crescita degli utili, resti positivo”. Di conseguenza, spiega, per aiutare i clienti a lasciarsi alle spalle indenni questa fase bisognerà costruire un'asset allocation ben bilanciata, positiva sugli attivi più rischiosi (sui mercati azionari e non solo) e puntando su stili di gestione più value, con scelte settoriali più selettive. “La diversificazione è fondamentale, dalle commodities al real estate dalle infrastrutture ai private asset”, osserva Maccia. Facendo attenzione alla componente obbligazionaria. “Si tratta dell'asset class più difficile, paradossalmente. Ma una delle nostre convinzioni principali è che si possa trovare valore in maniera molto selettiva sull'high yield, sui mercati emergenti in valuta forte e in particolare sul governativo cinese. La chiave sarà come strutturare portafogli che, al di là della volatilità, siano anche in grado di essere più indicizzati all'aumento dell'inflazione”.

In questo contesto, in Italia tutti parlano di wealth management ma lo interpretano in modo diverso: c'è chi fa gestione del portafoglio e chi considera la gestione del portafoglio una commodity e offre servizi extra, come il passaggio generazionale. Lombard Odier, interviene Brivio Sforza, ha da sempre intessuto un rapporto olistico col cliente. “Parliamo di una realtà che assomiglia quasi a un family office, oltre che a un gestore allo stesso tempo. In Italia siamo un po' più piccoli, non abbiamo tutte queste funzioni, quindi oggi siamo più focalizzati sulla parte di gestione del portafoglio. Ciò non toglie che, vantando professionisti con esperienza decennale, siamo in grado di parlare col cliente di wealth planning ma anche di presentargli i migliori player che possano rispondere ai suoi bisogni”.

Guardando infine alla componente “rosa” del team di specialisti, l'impegno del wealth manager svizzero per la gender diversity è piuttosto recente. “Lombard Odier non fa campagne, non ha politiche mirate ma ha compreso che un equilibrio di genere è portatore di efficienza”, racconta Brivio Sforza. Ma in Italia, ricorda, la quota di donne in finanza resta contenuta. “Io che sono sul mercato a intervistare banker dal 2010 di donne ne ho viste veramente poche. Le vedi giovani, arrivano a una certa età e poi spariscono. Per fortuna qualche professionista in posti di comando sta venendo fuori, basti pensare ai nostri cugini di Pictet (Alessandra Losito, dal 1° gennaio 2021, è la prima donna a capo di Pictet Wealth Management Italy in qualità di direttrice generale, ndr). Ma questo non vuol dire che sotto, tra i banker, ci sia altrettanto equilibrio. Anche perché mancano le risorse”.

Un gap, spiegano le due manager, legato tra l'altro al fatto che in Italia mancano adeguati incentivi capaci di supportare le giovani professioniste (e non solo) nel gestire il delicato equilibrio tra lavoro e vita privata. “La finanza è un mondo che richiede un impegno in termini di tempo e orari. Io ho trovato una sensibilità diversa nei confronti della tutela della diversità durante la mia precedente esperienza francese, dove la presenza di donne nei board a livelli molto alti è più forte che in Italia. Credo molto al fatto che, se aumentiamo la presenza femminile, anche il modo di lavorare potrà cambiare. A favore della componente femminile”, aggiunge Maccia. Poi conclude: “Bisognerebbe collaborare più in team e puntare meno sulla donna in vetrina per mostrare di avere una presenza femminile. Il concetto di squadra, insomma, che spesso manca anche tra le donne. Quelle poche che ci sono”.

 

(Articolo tratto dal magazine We Wealth di marzo 2022)
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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