Prestiti istantanei (e più fintech): una ricetta per i millennial

Rita Annunziata
27.9.2022
Tempo di lettura: 3'
Paolo Fiorentino, amministratore delegato di Banca Progetto, racconta a We Wealth i segreti della challenger bank per catturare i millennial. E non solo

Banca Progetto, challenger bank controllata da Bpl Holdco e guidata da Paolo Fiorentino, vantava nel 2019 un team di 70 professionisti. Da allora, ne sono stati assunti 130, di cui 100 under30

Fiorentino: “Credo che il modo migliore per catturare i millennial sia, in maniera coraggiosa, quello di lasciarsi contaminare. Provare a costruire un ecosistema che abbia al centro delle fintech”

Prestiti istantanei e partner fintech selezionati: è la ricetta di Banca Progetto per catturare i millennial (nati tra il 1981 e il 1996) ma non solo. Ne abbiamo parlato con Paolo Fiorentino, ex ceo di UniCredit Banca di Roma e Banca Carige, oggi alla guida della challenger bank controllata da Bpl Holdco. 


In che modo Banca Progetto si distingue dalle banche tradizionali?

Le rispondo con un paradosso. Noi dobbiamo cercare di evitare di diventare una banca ma continuare a essere un’impresa che fa banca. Detto questo, ci sono alcuni fattori macroscopici che ci distinguono dagli incumbent: innanzitutto non abbiamo filiali; poi siamo specializzati solo su determinati prodotti. Questo ci consente di avere una struttura di costi più light (si parla di un cost/income del 30% a fronte di una media del 65% per le aziende italiane) e una capacità di risposta alla clientela maggiore.


Di che clientela stiamo parlando?

Prevalentemente piccole e medie imprese, che serviamo principalmente con tre prodotti: un finanziamento a medio termine contro-garantito dallo Stato, l’acquisizione pro soluto dei crediti Iva e l’anno prossimo lanceremo anche il factoring. Il secondo segmento è quello retail. Da luglio abbiamo lanciato in particolare un prodotto specifico per i millennial, la nostra app Cream. Un’app creata in collaborazione con due fintech, Fabrick e Faire.ai, che consente di ottenere prestiti istantanei da 300 a 3.000 euro in real time tramite il proprio smartphone.


Come funziona? 

Si basa su due asset principali. Innanzitutto la possibilità, previa autorizzazione del cliente, di accedere ai suoi conti principali attraverso la modalità Psd2. In secondo luogo, il nostro motore di intelligenza artificiale, che rielabora le sottostanti alla valutazione del merito creditizio ed eroga credito al consumo istantaneo attraverso un progetto totalmente digitale.


Su cosa dovrebbero investire le banche, secondo lei, per catturare i millennial?

Credo che il modo migliore sia, in maniera coraggiosa, quello di lasciarsi contaminare. Provare a costruire un ecosistema che, invece di avere al centro la banca e intorno i tradizionali operatori, abbia al centro delle fintech. Realtà che riescano a garantire un’accelerazione e, soprattutto, una rivisitazione del modus operandi.


Come sostenere, nello specifico, i giovani imprenditori?

Quando si valuta una startup, la cosa fondamentale è partire sempre dalle persone: sia l’imprenditore che sta dietro l’idea sia il team che sta dietro l’imprenditore, per capire qual è il valore aggiunto rispetto al mercato. E poi trasformare quest’idea in una serie di numeri, in un business plan. Noi crediamo di poter intercettare della qualità proprio attraverso il coinvolgimento, che è una modalità di valutazione totalmente alternativa rispetto alla metrica di valutazione utilizzata con gli imprenditori tradizionali. In quei casi abbiamo numeri, bilanci, trend di settore. In questi casi abbiamo una persona, un team, un certo affiatamento, una capacità di innovazione e una valutazione del rischio implementativo di trasformare un’idea in un’azienda.


Quali sono le strategie di crescita dell’istituto per l’anno in corso, sia in termini di investimenti che di reclutamento?

Stiamo investendo in tecnologia e giovani. In tecnologia perché ovviamente, non avendo un canale fisico, dobbiamo necessariamente digitalizzare il più possibile i nostri processi. Nei giovani perché puntiamo ad avere un buon mix nella nostra struttura dal punto di vista generazionale. Siamo partiti nel 2019 - al momento della mia nomina - con 70 persone, oggi siamo 200, abbiamo assunto 130 professionisti di cui 100 under30. Questa strategia rientra nella logica di quel principio di contaminazione che citavo prima, con una connotazione positiva: deve funzionare sia quando ci confrontiamo con aziende e fintech esterne sia come colonna portante della cultura aziendale.

Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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