Information overload: 3 consigli per il sovraccarico di informazioni

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La quantità di informazioni disponibile è aumentata di decennio dopo decennio e continua ad aumentare. Quanta comunicazione produciamo online?

La quantità di informazioni disponibile è aumentata vertiginosamente di decennio dopo decennio e continua ad aumentare. Guardiamo solo i nuovi media. Quanta comunicazione produciamo online? Prendiamo Whatsapp: ogni giorno vengono inviati 64 miliardi di messaggi. E cosa succede in rete in 1 solo minuto? 


Ecco i dati riportati dalla società di ricerche di mercato Global Web Index riferiti a febbraio 2021:

  • Google, il motore di ricerca più usato al mondo, viene contattato per 2 milioni di ricerche; 
  • Facebook pubblica 2 milioni e 460mila post (messaggi di stato, condivisioni, immagini e così via), mentre si cliccano 1,8 milioni di “mi piace” e 350 gigabyte di dati passano per i server;
  • Le e-mail spedite in media ogni minuto sono 204 milioni; 
  • Anche i siti internet continuano a crescere: ogni minuto ne nascono 571 nuovi; 
  • In tutto il mondo, in un solo minuto si caricano circa 72 ore di video su YouTube
  • Su Twitter, invece, ogni minuto vengono pubblicati 278mila tweet da 140 caratteri; 
  • Su Instagram, si pubblicano 216mila foto; 
  • Via WordPress, oggi la piattaforma più diffusa per la gestione di siti, ogni minuto si aggiungono 347 nuovi post; 

Oggi, contando solo le fonti autorevoli dell’informazione, online e offline, in una sola settimana vengono prodotte più notizie di quante ne fossero prodotte durante tutto il XIX secolo! 


E noi, che siamo immersi in questa società tecnologica, sui nostri device siamo letteralmente inondati di informazioni. Pensiamo solo che un italiano trascorre in media 1 ora e 51 minuti al giorno sui social media e resta connesso a internet mediamente 4 ore e 49 minuti al giorno. 


Certo, è fantastico poter aver accesso a ogni genere di informazione. Ma quando le informazioni diventano troppe, si corre il rischio di andare in crisi. 


In psicologia si definisce con il termine “information overload” un bias cognitivo che ci mette in difficoltà di fronte a un sovraccarico di informazioni: non siamo più capaci di gestirle, di valutarle, di selezionarle, di capire quali sono affidabili e quali no. 


Le cause dell’information overload 

Oltre all’impatto delle nuove tecnologie nella nostra vita, ci sono altre tre cause che contribuiscono a renderci vittime delle informazioni. La prima è di carattere sociale, la seconda è di carattere psicologico e la terza è di carattere economico


La prima ha a che fare con la pressione sociale che percepiamo quando ci relazioniamo agli altri e si parla di temi di attualità. Anche se non ci interessa dell’ultimo reality in televisione, ci sentiamo in dovere di capire chi sono i protagonisti e cosa hanno fatto, pena il sentirci esclusi dalla seppur frivola chiacchierata con il resto degli amici al ristornate. 


La seconda ragione è figlia del marketing. Una volta i nostri nonni avrebbero potuto scegliere tra una pizza margherita, un calzone e una quattro stagioni. Oggi se entriamo al ristorante ci troviamo di fronte a due pagine piene che elencano pizze dai nomi impronunciabili con una combinazione di ingredienti provenienti da ogni parte del globo. E se la crisi di fronte alla difficile scelta tra una pizza con mozzarella di bufala campana e una con pomodorini pachino è gestibile in pochi minuti, diventa molto più impegnativo gestire l’information overload quando si tratta di scegliere la nuova automobile o la miglior polizza vita. 


Per le scelte che contano, interviene una terza ragione che ci fa andare in overload, ed è di natura psicologica. Siamo tutti portati a pensare che più informazioni abbiamo, più siamo liberi di scegliere. E allora siamo noi stessi che sentiamo il bisogno di dover consultare dodici siti, visitare otto concessionari, parlare con altre quattro amici che hanno già lo stesso modello di auto e leggere una cinquantina di recensioni online. Il fatto è che, citando l’economista Herbert Simon, “La ricchezza di informazioni genere una povertà di attenzione”. Ecco il perché del successo di molto siti “aggregatori” che raccolgono le informazioni per rendercele più leggibili: treni, assicurazioni, viaggi sono solo alcuni dei più noti. 


Le conseguenze dell’information overload 

Infatti questo bias cognitivo si lega a due precisi fenomeni che ostacolano il processo decisionale. Il primo è la cosiddetta “ansia da informazione”. È una condizione di stress generata dal non poter accedere a un’informazione, oppure dal non riuscire a capirla o, pur comprendendola, dal non riuscire a farne un uso corretto. La persona colpita da “information anxiety” continua a domandarsi: le informazioni di cui sono in possesso sono davvero quelle che contano? E se ce ne fossero altre che ignoro e che hanno maggiore importanza? E sono sicuro di averle capite bene? Se avessi nuove informazioni, la mia decisione cambierebbe? 


Il secondo fenomeno è la “sindrome da affaticamento informativo”. Si sa, la paura non è mai una buona consigliera. E così, succubi dell’information anxiety, le persone che si espongono a un eccesso di dati dimostrano un peggioramento della qualità delle loro decisioni. Non sanno più a chi dare retta e alla fine, anziché ragionare in termini razionali e fidarsi di una fonte autorevole,  si affidano al consiglio di qualche amico o conoscente fidato, che sarà pure una bravissima persona, ma ha un’esperienza limitata alla sua situazione personale e quindi spesso meno attendibile. Si sceglie, in sostanza, la via più facile (a livello emotivo e psicologico) ma non la più efficace (dal punto di vista pratico, per il risultato finale).

Come gestire l’information overload 

Come gestire l’information overload? Ci sono tre azioni che possiamo fare per fare scelte efficaci senza il rischio di scontrarci con le amare conseguenze di questo bias cognitivo. 


La prima è definire dei confini di ricerca. Se la famiglia si è allargata e dobbiamo cambiare auto perché la nostra piccola utilitaria non ha più una sufficiente capacità di carico, la nostra ricerca deve focalizzarsi sulle auto con un bagagliaio sufficientemente grande. Sembra scontato, ma molte persone, di fronte al sovraccarico di informazioni, si fanno distrarre da opzioni molto belle ma non adatte a loro. Entrano in un concessionario con l’idea di acquistare un’auto familiare ed escono che si sono innamorati di un modello sportivo. Se sappiamo quello che vogliamo, o se almeno sappiamo l’obiettivo a cui aspiriamo, è più facile restringere il campo di ricerca. 


Il secondo filtro consiste nel selezionare il numero delle fonti. Una fonte autorevole vale più di dieci blog amatoriali. Se mentre stiamo scrivendo la nostra lettera di presentazione da allegare al nostro curriculum, abbiamo dubbi su una regola grammaticale, andiamo sul sicuro e consultiamo il sito dell’Accademia della Crusca o rispolveriamo dalla nostra libreria il nostro fido Treccani. Non c’è altro da fare. 


Il terzo filtro è contestualizzare le informazioni ricevute. Nessuno ci vieta di chiedere pareri ad amici e conoscenti, purché questo avvenga in un secondo momento (dopo aver selezionato le fonti autorevoli) e purché diamo il giusto peso a queste informazioni. Può essere che zio Mario abbia davvero visto parte dei suoi investimenti perdere valore nell’ultimo semestre, ma può anche essere che nei due anni precedenti quel titolo gli avesse fatto guadagnare più di quello che oggi ha perso e lui non se lo ricordi (questo è un altro bias!). E se per zio Mario la perdita è emotivamente dolorosa, per noi un periodo di flessione del mercato può essere il momento migliore per investire. 


In definitiva, la scelta migliore è scegliere il modo in cui scegliere!

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Ha costituito 15 anni fa una boutique specializzata in formazione e coaching per manager e sportivi. Ha ideato una metodologia che vince le naturali resistenze all’apprendimento di nuovi comportamenti. È anche conosciuto come il fondatore della Domandologia ®. Insegna queste materie, oltre che nelle aziende private, anche presso l’Aeronautica militare italiana.

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