Farmaci, ancora un privilegio per pochi

18.5.2021
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Due miliardi di persone non hanno ancora accesso ai farmaci. Un tema congelato dalla pandemia che, da un lato, ha spinto la ricerca verso una soluzione alla crisi da coronavirus, dall'altro ha lasciato in posizione marginale lo sviluppo di nuove cure preventive, atte a salvaguardare soprattutto Paesi a medio-basso reddito. Così il problema dell'accesso alle cure mediche torna centrale, sia per le grandi aziende farmaceutiche, sia per gli investitori che in esse confidano per colmare un gap non più sostenibile. Approfondiamo il tema con Etica Sgr
La pandemia riaccende l'attenzione sulla salute delle persone e sulla necessità di un adeguato piano di ricerca e sviluppo atto a garantirne la sicurezza. Nel riportare il focus sull'individuo, tuttavia, la recente fase di crisi ha mostrato con chiarezza le diverse velocità di una società frammentata, dove alcune nazioni restano al margine della scena. Il 2020 è stato non solo l'anno della ricerca del vaccino anti Covid-19, ma anche l'occasione per alcune delle maggiori case farmaceutiche di concentrarsi su un tema secolare: l'accesso alle cure mediche per tutti. A confermarlo, l'ultimo aggiornamento dell'Access to Medicine Index, a febbraio 2021, che ogni due anni classifica le prime 20 aziende farmaceutiche al mondo (che valgono complessivamente il 70% del fatturato del settore) sulla base di politiche e pratiche adottate per contribuire ad ampliare l'accesso ai farmaci. Lavoro condotto da Access to Medicine Foundation, organizzazione no profit fondata nel 2003 con lo scopo prioritario di promuovere una maggiore diffusione di farmaci nei Paesi a reddito medio-basso. Etica Sgr supporta l'iniziativa dal 2019, quando ha firmato l'Access to Medicine Index Investor Statement.
Complessivamente, più della metà delle aziende farmaceutiche ha predisposto una strategia per l'accesso ai farmaci, coerenti con il quadro più ampio degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. In generale, l'analisi condotta nell'Access to Medicine Index 2021 si basa su tre aree di valutazione: la governance aziendale nelle strategie di accesso ai farmaci; l'attività di ricerca e sviluppo per l'accesso ai farmaci; infine, le modalità di diffusione e distribuzione. Oltre ad una maggiore attenzione al tema, la pandemia ha accentuato una positiva competitività tra player. Su un campione di 20 aziende, otto hanno già in fase di sviluppo strategie per la distribuzione di farmaci in Paesi a medio e basso reddito. Rispetto al 2018, si contano 15 nuovi modelli di business pensati per fasce di popolazione finora escluse. Resta però molto da fare. Nell'ultimo anno sono partiti un totale di 63 progetti di ricerca e sviluppo per il contrasto al Sars-Cov2: numeri positivi, che confermano però la tendenza ad applicarsi al problema quando già manifesto. L'attività di ricerca per vaccini e farmaci contro altri patogeni che potrebbero rappresentare rischio pandemico (come Nipah, Zika, SARS) è infatti molto limitata.
Tirare le somme dopo un anno di pandemia
Complessivamente, più della metà delle aziende farmaceutiche ha predisposto una strategia per l'accesso ai farmaci, coerenti con il quadro più ampio degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. In generale, l'analisi condotta nell'Access to Medicine Index 2021 si basa su tre aree di valutazione: la governance aziendale nelle strategie di accesso ai farmaci; l'attività di ricerca e sviluppo per l'accesso ai farmaci; infine, le modalità di diffusione e distribuzione. Oltre ad una maggiore attenzione al tema, la pandemia ha accentuato una positiva competitività tra player. Su un campione di 20 aziende, otto hanno già in fase di sviluppo strategie per la distribuzione di farmaci in Paesi a medio e basso reddito. Rispetto al 2018, si contano 15 nuovi modelli di business pensati per fasce di popolazione finora escluse. Resta però molto da fare. Nell'ultimo anno sono partiti un totale di 63 progetti di ricerca e sviluppo per il contrasto al Sars-Cov2: numeri positivi, che confermano però la tendenza ad applicarsi al problema quando già manifesto. L'attività di ricerca per vaccini e farmaci contro altri patogeni che potrebbero rappresentare rischio pandemico (come Nipah, Zika, SARS) è infatti molto limitata.
Accesso ai farmaci: il ruolo attivo degli investitori
Gli investitori giocano un ruolo fondamentale nel garantire che le imprese farmaceutiche conducano attività di ricerca e sviluppo su priorità globali come pandemie e malattie infettive. Un'attività di engagement mirata e basata sulla condivisione di obiettivi può essere la chiave per indirizzare le giuste risorse là dove ve n'è bisogno, fornendo supporto ai sistemi sanitari locali per competenze, servizi e infrastrutture. É qui che si concentra l'interesse degli investitori istituzionali (attualmente 113 player nel mondo), che hanno ribadito il proprio impegno alla causa supportando l'Access to Medicine Foundation, per un totale di oltre 18 mila miliardi di dollari impiegati nel tema.
Con più di 20 anni di attività negli investimenti sostenibili e responsabili, Etica Sgr è stata apripista in Italia in quest'ambito. Grazie all'adesione al network, Etica Sgr ha preso parte nel 2020 a un'iniziativa insieme a un gruppo di investitori istituzionali per dialogare con alcune società farmaceutiche sul tema della cooperazione per facilitare lo sviluppo di vaccini e dispositivi in risposta all'emergenza pandemica. “Le informazioni provenienti dal network Access to Medicine sono un supporto essenziale per l'engagement di Etica Sgr sull'accesso ai farmaci, un tema su cui è importante chiamare all'azione le aziende ma anche i decisori politici e i regolatori”, ha confermato Aldo Bonati, Corporate Engagement and Networks Manager di Etica Sgr.
Articolo tratto dal magazine We Wealth di maggio 2021