Crescere nonostante il covid? 10 aziende italiane lo hanno fatto

Rita Annunziata
4.11.2021
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Sono le aziende “dinamiche” individuate dalla 56esima edizione dell'analisi dell'Area Studi Mediobanca, che ha coinvolto ben 3.437 realtà italiane. Ecco quali sono

Due appartengono al settore dell’alimentare, altre due al farmaceutico-cosmetico, e una rispettivamente all’abbigliamento, al chimico e al vetro

La classifica delle 20 industrie italiane per fatturato vede invece sul podio tre colossi del settore energetico-petrolifero: Enel, Eni e Gse

Intesa Sanpaolo scalza Unicredit per totale attivo tangibile (si parla rispettivamente di 994,3 miliardi e 929,3 miliardi di euro)

Hanno registrato, nell'anno della crisi, un incremento delle vendite di almeno il 20% sul 2019. Ma anche un'incidenza del risultato sul fatturato non al di sotto del 4% e una variazione media annua nel triennio precedente non inferiore al 5%. Sono le 10 aziende “dinamiche” individuate dalla 56esima edizione dell'analisi sulle principali società italiane dell'Area Studi Mediobanca, che ha coinvolto 3.437 realtà tra società industriali e dei servizi (2.573), holding (252), sim (27), società di leasing (29), di factoring e credito al consumo (39), banche (403) e assicurazioni (114).
Cinque sono imprese di medie dimensioni (Monge & C., Macron, Fratelli Ferro-Semolerie Molisane, Cappellotto e Labomar) mentre altre cinque sono medio-grandi (Diasorin, Stevanato Group, Pietro Fiorentini, Gvs e Copan Italia). Due appartengono al settore dell'alimentare, altre due al farmaceutico-cosmetico, e una rispettivamente all'abbigliamento, al chimico e al vetro. Dal punto di vista geografico, invece, tre hanno sede nel nord ovest, sei nel nord est e una nel centro sud.
Nell'analisi dell'Area Studi Mediobanca non manca poi una classifica delle 20 industrie italiane per fatturato, che vede sul podio tre colossi del settore energetico-petrolifero: Enel (con un fatturato di 62,6 miliardi di euro), Eni (44 miliardi) e Gse (26,3 miliardi). Seguono il manifatturiero con Fca Italy e i servizi con Telecom. A fare il loro primo ingresso nella top20 Italpreziosi (6,9 miliardi), Eurospin Italia (6,3 miliardi), Fincantieri (5,8 miliardi) e Lidl Italia (5,5 miliardi).

Il focus sul settore bancario vede Intesa Sanpaolo scalzare Unicredit per totale attivo tangibile (si parla rispettivamente di 994,3 miliardi e 929,3 miliardi di euro). In terza e quarta posizione Cassa depositi e prestiti (410,3 miliardi) e Banco Bpm (182,5 miliardi). Nell'assicurativo, infine, Generali si conferma alla vetta della top10 con premi lordi sui 67,4 miliardi di euro, accompagnata dal gruppo Poste Vita (16,9 miliardi) e Unipol Gruppo (11,9 miliardi).

Guardando alla chiusura dell'anno, secondo i ricercatori, le ultime previsioni del Fondo monetario europeo (che vedono l'economia mondiale in ripresa del 5,9% nel 2021 e del 4,9% sul 2022 e il pil italiano rispettivamente al +5,8% e +4,2%) “sono caratterizzate ancora da un elevato grado di incertezza”. Questo perché, spiegano, “dipendono da diverse variabili come l'evoluzione della pandemia, il piano vaccinale e la capacità di impiegare efficacemente le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Senza dimenticare “le tensioni sui prezzi di energia, gas e petrolio e il rialzo dei prezzi delle materie prime dovuto alla loro scarsa disponibilità”. Un nodo, quest'ultimo, considerato temporaneo ma che per alcuni settori rischia di “diventare strutturale”. Al netto di queste condizioni, secondo l'area studi dell'istituto guidato da Alberto Nagel, il settore manifatturiero potrebbe “beneficiare della ripresa della domanda di esportazioni nei mercati chiave”. Di conseguenza, è previsto un incremento del fatturato nell'anno di circa l'8% e di un ulteriore 6,5% nel 2022.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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