Usa e Cina post G20, una tregua che non serve a nessuno

Teresa Scarale
Teresa Scarale
1.7.2019
Tempo di lettura: 3'
Il G20 è finito con brindisi di borse e titolisti di giornali sulla vicenda Usa - Cina. Ma si festeggia per cosa? Effettivamente si tratta solo di un nulla di fatto, di una tregua che non serve a nessuno. Lo racconta a We Wealth Carlo De Luca di Gamma Capital Markets

Di fatto, i negoziati sono ripresi e l'aumento delle tariffe è stato bloccato. Ma Trump ancora una volta ha lasciato fuori dalla discussione il tech. Google potrà rifornire ancora Huawei, ma non è chiaro se il colosso di Mountain View potrà toglierlo già dalla blacklist

L'inaspettata buona notizia del non inasprimento mette in difficoltà la Federal Reserve sui futuri eventuali tagli dei tassi

Il nodo spinoso della questione tecnologica

Usa e Cina: l'ambivalenza della tregua post G20


"Le borse per fortuna stanno festeggiando all'indomani della fine del G20, ma l'accordo Usa - Cina è tutt'altro". Esordisce così Carlo De Luca, senior portfolio manager, head of asset management, Gamma Capital Markets, raggiunto da We Wealth in merito alla tregua fra Aquila e Dragone. Giudizio che a ben vedere si sposa perfettamente con quello della vigilia dato da altri asset manager.

"Di fatto, i negoziati sono ripresi e l'aumento delle tariffe è stato bloccato. Ma Trump ancora una volta ha lasciato fuori dalla discussione il tech. Google potrà rifornire ancora Huawei, ma non è chiaro se il colosso di Mountain View potrà toglierlo già dalla blacklist. Bisognerà aspettare qualche giorno, Trump è imprevedibile, si sa."

Una difficoltà in più per la Fed


"Certo l'inaspettata buona notizia del non inasprimento mette in difficoltà la Federal Reserve sui futuri eventuali tagli dei tassi. Al 90% ci si aspetta un quarto di punto (0,25%) a luglio. Molti vorrebbero uno 0,5% per dare un segnale forte, il che è prezzato sui Fed funds solo al 15%. Attualmente infatti il mercato prende paradossalmente bene le cattive notizie macroeconomiche perché si aspetta un taglio dei tassi. La mossa di Trump è da leggersi comunque anche alla luce del suo timore di non essere rieletto per il secondo mandato. Gli ultimi indici legati alla produzione sono infatti in diminuzione. E questo i mercati non lo leggono in maniera negativa solo perché vedono spazio per la Fed perché abbassi i tassi".

"Alla luce delle incipienti elezioni, probabilmente questi negoziati andranno avanti e verranno anche chiusi. Io però resto dell'idea che sulla questione tecnologica Cina e Usa non troveranno mai una vera tregua, essendo il nodo strategico per il vero predominio mondiale del secolo a venire".
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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