Corea, sole nascente: il nuovo mercato dell'arte è qui

Elisabetta Roncati
29.9.2023
Tempo di lettura: 3'
Dopo un 2022 da record, il mercato artistico sud coreano sembra vivere una fase di assestamento. Approfondiamo l’argomento partendo dai risultati della recente Seoul Art Week

Settembre è da sempre sinonimo di ripresa delle attività dopo la pausa estiva e ciò accade anche nel settore artistico culturale. Come di consueto, il calendario internazionale degli appuntamenti dedicati alle mostre mercato è ripartito con alcuni importanti rendez-vous ai due angoli opposti del globo: Frieze Seoul e The Armory Show a New York. Quest’anno i due eventi, oltretutto guidati dalla medesima compagine aziendale, si sono leggermente sovrapposti in quanto a date di svolgimento (seconda settimana di settembre) facendo tremare i professionisti del settore. In realtà i dubbi in merito ai risultati economici della settimana dell’arte della Repubblica di Corea andavano ben oltre la coincidenza con la fiera newyorkese: dopo l’esplosione del comparto nel 2021-2022, le vendite d’arte nel Paese sono tornate ai livelli pre-pandemici.


Cortesia Frieze Seoul

Il mercato dell’arte in Corea del sud: un’analisi 

Osservando il fenomeno a posteriori si deduce come il repentino incremento del volume d’affari degli scorsi anni sia stato causato da una concomitanza di fattori: in prima battuta i problemi di politica interna ed estera di Hong Kong, da sempre punto di riferimento asiatico per molti player artistici internazionali. Secondariamente la revoca anticipata delle restrizioni pandemiche da parte della Corea rispetto alla Cina e a Shanghai. Tali fortuite coincidenze sono state sfruttate da un colosso fieristico internazionale come Frieze, che proprio nel 2022 ha scelto di aggiungere al suo circuito di appuntamenti la tappa nella capitale sudcoreana dopo quelle del Regno Unito e degli USA. 


Cortesia Frieze

Al contempo, la controparte regionale costituita dalla fiera Art Basel Hong Kong soffriva per le problematiche sopra menzionate. Tali congiunture sono state inoltre coronate da politiche favorevoli all’espansione messe in atto dal governo di Seoul. La relativa facilità dell’operare nel Paese ha così spinto molte gallerie internazionali di prim'ordine a stabilire sedi permanenti nella Capitale. Con la ripresa delle normali attività da parte dei paesi di lunga tradizione artistica dell’area, il ruolo trainante della Corea del Sud è stato circoscritto, complici anche alcuni problemi economici interni al Paese, quali un crescente livello di inflazione purtroppo comune a molte altre nazioni globali. 

I dati ufficiali

Il KAMS, agenzia governativa dedicata allo sviluppo delle arti visive, dello spettacolo e delle start-up coreane collegate alle arti, ha recentemente calcolato che il volume d’affari delle aste d’arte nella prima metà del 2023 è stato di 80 miliardi di won (circa 59.000.000 di $): in calo del 9,9% rispetto alla seconda metà del 2022 e del 44,8% rispetto ai 145 miliardi di won della prima metà. Quindi, nell’annus mirabilis dell’arte contemporanea in Corea del Sud, il volume totale del mercato valeva 1 trilione di won (782 milioni di $), in aumento del 32,2% rispetto al 2021. Nonostante i dati non bisogna però cadere preda di un facile disfattismo: l’arte continua ad essere annoverata tra le prime forme di investimento del Paese, con buona parte dei collezionisti al di sotto dei 50 anni d’età. 


Più che di un declino, si potrebbe perciò parlare di un assestamento del settore dopo un’espansione fin troppo veloce. Gli speculatori della prima ora hanno così ceduto il posto ai mecenati e ai reali appassionati di cultura: i coreani sono tra i maggiori acquirenti di contemporaneo dell’intera regione asiatica. Il mercato dei giovani artisti, i cui prezzi erano aumentati a dismisura in un breve lasso di tempo, ha subito il contraccolpo maggiore, mentre le opere cosiddette “blue chip” continuano a sostenere il settore, affiancate dall’arte antica e dalla pittura tradizionale che vedono investimenti crescenti.

Seoul art week 2023: i risultati di Frieze e Kiaf 

Dunque, fatte queste dovute premesse, la Seoul Art Week non ha visto un drastico calo del volume d’affari come si era paventato. Due gli appuntamenti che, dal 6 al 10 settembre 2023, si sono svolti al centro congressi Coex di Gangnam: la seconda edizione di Frieze Seoul e la 22a della Korea International Art Fair (Kiaf). La prima ha registrato ben 70.000 visitatori, da circa 36 paesi, che hanno vagliato le proposte di 121 gallerie internazionali. 


Buona anche la presenza di membri del cda di molti importanti musei mondiali quali il Perez Art Museum, il francese Luma, il Mori Art Museum di Tokyo e la Auckland Art Gallery. Rispetto alle edizioni del 2022 si è registrato il ritorno di molte gallerie asiatiche e soprattutto dei collezionisti cinesi, liberi ora di muoversi dopo le restrizioni pandemiche. Durante i cinque giorni di apertura di Frieze si son registrate importanti transazioni, come la vendita di un dipinto del 2023 di Rashid Johnson ad una collezione asiatica privata per $ 975.000, da parte della galleria Hauser & Wirth, o quella di un’opera del 2004 di Stanley Whitney per $ 550.000 (Lisson Gallery). 


David Zwirner ha invece transato lavori di Rose Wylie, Yayoi Kusama, Mamma Andersson, Josef Albers, Katherine Bernhard e Joan Mitchell con quotazioni comprese tra $ 250.000 e 550.000. Ottime performance anche per gli operatori italiani: Galleria Continua ha registrato alcune vendite di opere di Anish Kapoor (tra i 600.000 e gli 800.000 $), Cardi Gallery ha venduto lavori di Mimmo Paladino e Dan Flavin, MASSIMODECARLO di Yeesookyung e Giorgio Griffa. 

Per quanto riguarda la storica fiera locale Kiaf, organizzata dalla Galleries Association of Korea, i collezionisti si sono trovati di fronte a molte più gallerie asiatiche: come la coreana Kukje che però ha proposto e venduto, tra le altre, alcune sculture di Ugo Rondinone con un prezzo compreso tra i $ 50.000 ed i 90.000, a conferma della particolare attrazione locale per l’estetica dai colori accessi. Gli espositori di Kiaf sono aumentati di molto rispetto alle passate edizioni, arrivando a ben 210 stand.

Prospettive future della Corea nel mercato globale dell’arte 

Dunque, a conti fatti, Seoul detiene ancora il ruolo di nuova destinazione del mercato internazionale dell’arte, dirigendosi verso un aumento qualitativo dell’offerta proposta più che un incremento del volume d’affari complessivo. L’infrastruttura artistica del Paese si va via via componendo di solide istituzioni culturali, di numerose sedi di importanti gallerie internazionali (White Cube, Lehmann Maupin, Perrotin, Pace, Thaddaeus Ropac, Gladstone Gallery) e di una vivace produzione culturale locale. Infatti, da un paio di anni a questa parte, il pubblico estero ha scoperto la musica, il cinema e piano piano sta rivolgendo la sua attenzione anche agli artisti contemporanei locali. La candidatura della Corea del Sud a un ruolo di primo piano tra le mete artistiche contemporanee della regione, assieme alle già consolidate Hong Kong e Shanghai, non è di certo in discussione.


Veduta di Seoul. Fonte: Unsplash

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Digital content creator, consulente artistica, scrittrice per diverse testate e autrice per Rizzoli illustrati, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale. Interessata a ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha due grandi passioni: l’arte extraeuropea ed i diritti civili. Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media (Instagram e Tik Tok @artnomademilan)
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