Investitori retail: la trading mania è giunta al termine?

18.10.2021
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Negli ultimi mesi l'entusiasmo degli investitori retail circa le memestock sembra essersi dissipato. Ma molti non sembrano essere intenzionati a lasciare Wall Street
I volumi di scambio attribuibili agli investitori retail sono in decisa diminuzione. A fare il punto è un articolo del Financial Times
JPMorgan stima che gli investitori retail ora rappresentano circa il 20% dei volumi totali di trading negli Stati Uniti, in calo rispetto al 30% dei primi dell'anno ma in aumento rispetto al 10% pre-covid
La Borsa nella prima metà dell'anno è stata interessata da un fenomeno senza precedenti: sulla scia del caso GameStop un'ondata di investitori retail si è riversata sulle app del momento in cerca gloria e profitto. Stando ai dati della Financial Conduct Authority, nel Regno Unito i clienti hanno aperto 7,1 milioni di conti di investimento nei primi 12 mesi della pandemia. Negli Stati Uniti questa cifra – secondo BrokerChooser - ha raggiunto i 30 milion. La mania delle meme stock – come ogni mania – tuttavia non poteva durare troppo a lungo. E difatti, a distanza di meno di un anno, i conti amatoriali aperti negli scorsi mesi sono in decisa diminuzione.
Interesse in calo..
Charles Schwab, il più grande broker al dettaglio negli Stati Uniti, la scorsa settimana ha riportato un calo dell'8% nell'attività di trading nel terzo trimestre rispetto al secondo. Dato che si può spiegare alla luce delle minori interazioni registrate sulle piattaforme online. Secondo il fornitore di dati Quiver Quantitative le discussioni tra i trader sui forum di Reddit come WallStreetBets, utilizzati da alcuni per coordinare gli acquisti durante l'esplosione dei titoli meme nella prima parte dell'anno, hanno incominciato la loro discesa proprio da fine giugno. D'altra parte la stessa Robinhood nella sua corsa verso la quotazione in borsa da 32 miliardi di dollari aveva dichiarato: "ci aspettiamo che i tassi di crescita delle entrate diminuiranno in futuro e tali diminuzioni potrebbero essere significative". Nel secondo trimestre i ricavi di Robinhood erano più che raddoppiati a 451 milioni di dollari.
.. e piattaforme di trading in perdita
I broker che come Schwab hanno dichiarato un calo delle proprie attività sono stati puniti in borsa. Le azioni di Hargreaves Lansdown, con sede nel Regno Unito, lo scorso agosto sono scese del 10% in un sol giorno dopo che aveva comunicato che a loro avviso il boom del trading pandemico non sarebbe durato. CMC, i cui profitti prima delle tasse sono più che raddoppiati a 224 milioni di sterline nell'anno fino a marzo, ha perso un quarto del suo valore in un giorno il mese scorso dopo un messaggio altrettanto sobrio. Morgan Stanley, che ha acquisito ETrade per 13 miliardi di dollari alla fine del 2020, la scorsa settimana ha riferito che il volume degli scambi medi giornalieri della sua piattaforma di trading è sceso sotto 1 milione per la prima volta dopo l'acquisizione.
Investitori retail in aumento?
Se è vero che nessuno nel settore credeva che la crescita fulminea di nuovi clienti e ricavi durante la pandemia fosse sostenibile, è altrettanto vero che pochi temono che tutti coloro che hanno iniziato a fare trading all'ombra del coronavirus semplicemente spariranno. JPMorgan stima che gli investitori retail ora rappresentano circa il 20% dei volumi totali di trading negli Stati Uniti. Il dato è in calo rispetto al 25% dei primi due mesi di quest'anno, ma superiore al 10% di prima della pandemia. La speranza è che coloro che possono aver iniziato a negoziare un singolo titolo si trasformino in investitori disposti a costruire un portafoglio diversificato nel tempo.
Dove hanno investito gli investitori nello scorso trimestre?
Infine gli ultimi dati pubblicati da Ig mostrano dove gli investitori retail hanno rivolto la loro attenzione negli ultimi tre mesi. Dall'analisi emerge, guardando all'Europa, come l'indice tedesco Germany 30, che riunisce le prime 30 società del paese per capitalizzazione, si confermi al primo posto per volumi scambiati (con oltre 26.764.164 di unità). Anche gli indici statunitensi sono stati intensamente negoziati (con più di 32 milioni di trade) a causa della forte volatilità che li ha contraddistinti. Considerando l'Italia, consideriamo l'Italia, a fronte della conferma del primato dell'indice tedesco (con oltre 1.260.000 scambi) si rileva una forte concentrazione degli scambi sull'indice US Tech 100 (più di 865 mila trade), che indica una netta preferenza degli investitori retail italiani per il comparto tecnologico statunitense. Rispetto al panorama europeo, gli scambi si concentrano maggiormente sulle coppie valutarie con il dollaro USA, rispettivamente con dollaro australiano, euro e dollaro canadese (più di 1.184.000 di scambi sui tre indici), e sul greggio (oltre 482.00 scambi sul singolo indice US Crude), anche in conseguenza della crescita dei prezzi dell'energia.