Titoli di Stato: sei informato sui BTP Italia?

Zilio Michele
Michele Zilio
15.5.2020
Tempo di lettura: 3'
Il BTP ITALIA però ha delle peculiarità, in particolar modo questa emissione. Infatti, a differenza del BTP classico, questo titolo ha le cedole semestrali indicizzate all'inflazione e garantite dal rischio di deflazione

Ricordiamo inoltre che i titoli di stato sono esclusi dal bail-in e godono di una tassazione agevolata

Inoltre la scelta va sempre fatta considerando le esigenze specifiche di ciascun risparmiatore in un'ottica di pianificazione finanziaria

Da lunedì 18 maggio partirà la sottoscrizione di un nuovo titolo di Stato, le cui precedenti 15 emissioni hanno riscosso un notevole successo tra risparmiatori e istituzionali. 

 
Questa sarà interamente dedicata a finanziare le spese dei recenti provvedimenti governativi a sostegno dell'economia italiana.

Sappiamo tutti che il BTP, come ogni Titolo di Stato, è sostanzialmente un prestito che il sottoscrittore fa allo Stato emittente, in cambio di una promessa di restituzione del capitale a scadenza e del pagamento di una cedola periodica.

Il BTP ITALIA però ha delle peculiarità, in particolar modo questa emissione. Infatti, a differenza del BTP classico, questo titolo ha le cedole semestrali indicizzate all'inflazione e garantite dal rischio di deflazione.

Questa emissione inoltre prevede, oltre alla specifica destinazione, anche un bonus fedeltà, per chi mantenga il titolo fino alla sua naturale scadenza, che in questo caso sarà di 5 anni.

Queste caratteristiche rendono l'investimento sicuramente più interessante del BTP classico, perchè l'indicizzazione all'inflazione permetterà di mantenere il valore delle cedole in linea con il costo della vita e il bonus fedeltà ne aumenterà, seppur di poco, il rendimento.

Ricordiamo inoltre che i titoli di stato sono esclusi dal bail-in e godono di una tassazione agevolata.

Ma, c'è sempre un ma…Certo, perché qualsiasi investimento, anche questo, prevede dei rischi, che il risparmiatore deve conoscere prima di decidere come investire il proprio denaro.

In questo caso si possono riassumere in 3 punti:

  1. RISCHIO EMITTENTE: tutti i titoli di debito, statali o corporate, incorporano l'ovvio rischio che alla scadenza l'emittente non sia in grado di restituire l'intero ammontare del debito; per valutare questo rischio si può considerare il rating attribuito all'Italia dalle varie agenzie, che sappiamo non essere proprio glorioso.


  2. OSCILLAZIONE DEL PREZZO: i titoli di debito sono quotati quotidianamente nei mercati a loro dedicati.

    La restituzione del capitale investito è garantita dall'emittente solo alla scadenza del titolo, ma durante la sua vita il valore può variare anche in modo consistente.

    Quindi bisogna tenere presente che in cambio del rendimento, il risparmiatore sottoscrive un investimento “potenzialmente vincolato” per tutta la sua durata, salva l'opzione di vendere prima della scadenza, ma con la possibilità di perdite in conto capitale (oltre al bonus fedeltà).

  3. CLAUSOLE CACS: questa è la novità, probabilmente meno conosciuta. Sono le clausole di azione collettiva, introdotte nel 2013 dal meccanismo Salva-Stati messo a punto dalla Comunità Europea.

    Queste prevedono che, in caso di difficoltà, lo Stato possa unilateralmente modificare le condizioni del prestito obbligazionario, come ad esempio posticipare la scadenza del titolo, ritardare il pagamento delle cedole, diminuire il rendimento pattuito ed altre.


Ora, premesso che il default dello stato italiano o l'utilizzo delle clausole CACS, a mio avviso, sono eventi quantomeno improbabili, anche se possibili, ritengo che un investimento vada sempre valutato nel suo complesso, con particolare attenzione al rapporto rischio-rendimento.

Inoltre la scelta va sempre fatta considerando le esigenze specifiche di ciascun risparmiatore in un'ottica di pianificazione finanziaria.
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