Pianificazione Patrimoniale: perché è utile? Da cosa partire e quali sono gli errori da evitare
18.10.2021
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Quando si tratta di occuparsi del proprio patrimonio siamo sempre emotivi. Il primo passo per gestirlo bene è la consapevolezza, in quanto non esiste lo strumento ideale di protezione o pianificazione, è utile e necessario in primis “mappare” le singole esigenze, individuare le problematiche, ed in una seconda fase definire gli strumenti più adatti, strumenti che non vanno visti come un “unicum granitico” ma come un percorso.
Spesso e con grande superficialità mi accade, invece di imbattermi in clienti che mi chiedono se quella specifica soluzione è adatta alle loro esigenze, senza aver prima compreso che serve fare un passo indietro.
Cosa evitare e quindi quale percorso intraprendere?
Per esempio, partire con chiedersi se il Trust o la polizza siano congeniali alla personale situazione può essere fuorviante, anche perché il quadro normativo è così “volatile” che semplificare le cose è pericoloso. Le leggi cambiano, le sentenze fanno giurisprudenza, le esigenze personali possono variare, quindi serve un progetto di pianificazione patrimoniale che va monitorato ed aggiornato al variare di fattori esterni mutevoli…
La definizione del progetto è a cura di diverse figure specialistiche, che possono contribuire a individuare le aree critiche e ricercare le soluzioni, lavorando in sinergia. Tra queste figure rientrano: notai, avvocati, consulenti patrimoniali. Il consulente patrimoniale svolge un ruolo di pivot, di primo ascolto, coordinamento e definizione del perimetro patrimoniale.
Quali sono le principali problematiche della pianificazione patrimoniale?
Dobbiamo distinguere due aspetti: la protezione dei rischi di aggressione patrimoniale e la trasmissione dei patrimoni in sede successoria, spesso vengono affrontate ricorrendo ai medesimi strumenti giuridici ed è per questo motivo che se ne parla congiuntamente.
Quali sono i rischi di aggressione del patrimonio?
Per quanto riguarda i rischi di aggressione patrimoniale, i manager, medici, professionisti e imprenditori si trovano ad operare in un contesto legislativo che li espone a pericoli sempre più significativi.
La premessa è il famigerato art. 2740 del nostro codice, che afferma come ciascuno risponda delle sue obbligazioni con tutti i beni presenti e futuri e si escluderebbe, quindi, che sui beni si possa compiere un'azione per così dire “conservativa”.
Ne deriva che può accadere a chiunque di assistere a richieste di risarcimento danni con la conseguenza di mettere a repentaglio il proprio patrimonio.
In realtà, progressivamente il nostro ordinamento ha introdotto una serie di “eccezioni” a tale principio, non limitando la responsabilità ma limitando il perimetro di applicazione sul patrimonio e prevedendo che specifici beni possano essere destinati a particolari esigenze. In pratica il legislatore consente si possa creare un patrimonio separato o segregato, inattaccabile da una parte dei creditori personali, sempre che l'operazione non sia preordinata a danneggiare fraudolentemente costoro.
L'aspetto fondamentale è che bisogna occuparsene per tempo e non quando è già sorto il problema. Spesso mi capita di essere contattato in situazioni già compromesse o borderline.
La responsabilità patrimoniale costituisce quindi un rischio sempre più presente nelle nostre vite: individuarla e affrontarla prima che insorgano pretese consente a un soggetto, in caso di aggressione patrimoniale da parte di terzi, di salvaguardare almeno una parte del patrimonio.
Per applicare questa forma di tutela è necessario che il patrimonio sia stato segregato e non risulti quindi aggredibile in sede giudiziaria.
Per questo è giusto ragionare in un'ottica di pianificazione preventiva, di mappatura dei rischi, di quello che definisco il “check up patrimoniale”, proprio come accade nel caso delle campagne di diagnosi preventiva della nostra salute.
La pianificazione della trasmissione del patrimonio
Il secondo aspetto della pianificazione è la trasmissione del patrimonio, che riguarda il patrimonio nel suo complesso: immobiliare, mobiliare, aziendale.
È utile porsi alcune semplici domande: perché occuparsi di pianificazione patrimoniale in termini di trasmissione del patrimonio? Quali sono i vantaggi? La risposta è affermativa, vediamo le ragioni.
Anche in questo caso non esistono soluzioni standard, il problema va affrontato da due punti di vista: quello fiscale e civilistico. Dal punto di vista fiscale attualmente in Italia, il sistema di tassazione relativo al trasferimento dei patrimoni è particolarmente favorevole: si immagini che esistono discrete franchigie per i familiari in linea retta dal coniuge, ai figli, fino ai nipoti, mentre per il passaggio generazionale di quote di controllo di aziende si possono adottare soluzioni che consentono sia l'ottimizzazione fiscale che l'obiettivo di mantenere unitario il controllo della stessa azienda.
Qui entra in gioco l'altro aspetto che è quello civilistico, ossia il nostro ordinamento prevede un principio che è quello della “successione necessaria”, per cui una certa quota del patrimonio deve essere necessariamente assegnata a taluni eredi. Questo porta nel caso di inerzia del diretto interessato, ad un frazionamento del patrimonio al momento della successione. Al contrario se opportunamente pianificati, sono disponibili strumenti che consentono agli eredi di partecipare ai benefici del patrimonio mantenuto unitario nelle sue componenti (immobili, aziende, beni intangibili). Questi strumenti permettono di mantenere il patrimonio unitario, seppur frazionandone i benefici tra gli aventi diritto.
Ciò è di particolare importanza, in special modo per i patrimoni più significativi.
La pianificazione patrimoniale come strumento di prevenzione delle liti tra eredi
Altro vantaggio della pianificazione, ancor più evidente a seguito di casi relativi a noti personaggi, è quello di prevenire la litigiosità tra eredi che spesso può portare a lunghe e dispendiose liti giudiziarie oppure nel caso di società, al rischio della scomparsa della stessa società.
In Italia attualmente il 53% degli imprenditori è over 60, il 90% delle imprese sono familiari, il 33% supera il primo passaggio generazionale, il 15% il secondo passaggio generazionale e appena il 5% il terzo passaggio generazionale. E' determinante che l'imprenditore comprenda la necessità di affrontare per tempo il passaggio, definendo un piano ed una strategia adeguata. Per evitare i conflitti è importante delineare la governance di famiglia e d'impresa con regole che disciplinano i rapporti tra i membri della famiglia nella gestione dell'Azienda, dando un rilievo ai valori fondanti oppure alle singole attitudini e desiderata.
Quali sono gli strumenti disponibili per la pianificazione patrimoniale, vista sia come protezione che passaggio generazionale?
Gli strumenti previsti:
Sono diversi gli Istituti giuridici e gli strumenti previsti, fra questi:
Il nostro ordinamento giuridico ci mette a disposizione molteplici strumenti che devono essere utilizzati in maniera specifica per le singole esigenze del patrimonio da gestire e del nucleo familiare. Si differenziano per un aspetto: la maggior parte servono a soddisfare una finalità molto limitata.
In alcuni articoli tratterò in maniera specifica le singole caratteristiche di ognuno di essi.
Tra tutti, due strumenti in particolare si distinguono per essere quelli maggiormente flessibili, che permettono di risolvere un maggior numero di esigenze della pianificazione: da un lato abbiamo la società semplice e dall'altro il trust.
Spesso e con grande superficialità mi accade, invece di imbattermi in clienti che mi chiedono se quella specifica soluzione è adatta alle loro esigenze, senza aver prima compreso che serve fare un passo indietro.
Cosa evitare e quindi quale percorso intraprendere?
Per esempio, partire con chiedersi se il Trust o la polizza siano congeniali alla personale situazione può essere fuorviante, anche perché il quadro normativo è così “volatile” che semplificare le cose è pericoloso. Le leggi cambiano, le sentenze fanno giurisprudenza, le esigenze personali possono variare, quindi serve un progetto di pianificazione patrimoniale che va monitorato ed aggiornato al variare di fattori esterni mutevoli…
La definizione del progetto è a cura di diverse figure specialistiche, che possono contribuire a individuare le aree critiche e ricercare le soluzioni, lavorando in sinergia. Tra queste figure rientrano: notai, avvocati, consulenti patrimoniali. Il consulente patrimoniale svolge un ruolo di pivot, di primo ascolto, coordinamento e definizione del perimetro patrimoniale.
Quali sono le principali problematiche della pianificazione patrimoniale?
Dobbiamo distinguere due aspetti: la protezione dei rischi di aggressione patrimoniale e la trasmissione dei patrimoni in sede successoria, spesso vengono affrontate ricorrendo ai medesimi strumenti giuridici ed è per questo motivo che se ne parla congiuntamente.
Quali sono i rischi di aggressione del patrimonio?
Per quanto riguarda i rischi di aggressione patrimoniale, i manager, medici, professionisti e imprenditori si trovano ad operare in un contesto legislativo che li espone a pericoli sempre più significativi.
La premessa è il famigerato art. 2740 del nostro codice, che afferma come ciascuno risponda delle sue obbligazioni con tutti i beni presenti e futuri e si escluderebbe, quindi, che sui beni si possa compiere un'azione per così dire “conservativa”.
Ne deriva che può accadere a chiunque di assistere a richieste di risarcimento danni con la conseguenza di mettere a repentaglio il proprio patrimonio.
In realtà, progressivamente il nostro ordinamento ha introdotto una serie di “eccezioni” a tale principio, non limitando la responsabilità ma limitando il perimetro di applicazione sul patrimonio e prevedendo che specifici beni possano essere destinati a particolari esigenze. In pratica il legislatore consente si possa creare un patrimonio separato o segregato, inattaccabile da una parte dei creditori personali, sempre che l'operazione non sia preordinata a danneggiare fraudolentemente costoro.
L'aspetto fondamentale è che bisogna occuparsene per tempo e non quando è già sorto il problema. Spesso mi capita di essere contattato in situazioni già compromesse o borderline.
La responsabilità patrimoniale costituisce quindi un rischio sempre più presente nelle nostre vite: individuarla e affrontarla prima che insorgano pretese consente a un soggetto, in caso di aggressione patrimoniale da parte di terzi, di salvaguardare almeno una parte del patrimonio.
Per applicare questa forma di tutela è necessario che il patrimonio sia stato segregato e non risulti quindi aggredibile in sede giudiziaria.
Per questo è giusto ragionare in un'ottica di pianificazione preventiva, di mappatura dei rischi, di quello che definisco il “check up patrimoniale”, proprio come accade nel caso delle campagne di diagnosi preventiva della nostra salute.
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La pianificazione della trasmissione del patrimonio
Il secondo aspetto della pianificazione è la trasmissione del patrimonio, che riguarda il patrimonio nel suo complesso: immobiliare, mobiliare, aziendale.
È utile porsi alcune semplici domande: perché occuparsi di pianificazione patrimoniale in termini di trasmissione del patrimonio? Quali sono i vantaggi? La risposta è affermativa, vediamo le ragioni.
Anche in questo caso non esistono soluzioni standard, il problema va affrontato da due punti di vista: quello fiscale e civilistico. Dal punto di vista fiscale attualmente in Italia, il sistema di tassazione relativo al trasferimento dei patrimoni è particolarmente favorevole: si immagini che esistono discrete franchigie per i familiari in linea retta dal coniuge, ai figli, fino ai nipoti, mentre per il passaggio generazionale di quote di controllo di aziende si possono adottare soluzioni che consentono sia l'ottimizzazione fiscale che l'obiettivo di mantenere unitario il controllo della stessa azienda.
Qui entra in gioco l'altro aspetto che è quello civilistico, ossia il nostro ordinamento prevede un principio che è quello della “successione necessaria”, per cui una certa quota del patrimonio deve essere necessariamente assegnata a taluni eredi. Questo porta nel caso di inerzia del diretto interessato, ad un frazionamento del patrimonio al momento della successione. Al contrario se opportunamente pianificati, sono disponibili strumenti che consentono agli eredi di partecipare ai benefici del patrimonio mantenuto unitario nelle sue componenti (immobili, aziende, beni intangibili). Questi strumenti permettono di mantenere il patrimonio unitario, seppur frazionandone i benefici tra gli aventi diritto.
Ciò è di particolare importanza, in special modo per i patrimoni più significativi.
La pianificazione patrimoniale come strumento di prevenzione delle liti tra eredi
Altro vantaggio della pianificazione, ancor più evidente a seguito di casi relativi a noti personaggi, è quello di prevenire la litigiosità tra eredi che spesso può portare a lunghe e dispendiose liti giudiziarie oppure nel caso di società, al rischio della scomparsa della stessa società.
In Italia attualmente il 53% degli imprenditori è over 60, il 90% delle imprese sono familiari, il 33% supera il primo passaggio generazionale, il 15% il secondo passaggio generazionale e appena il 5% il terzo passaggio generazionale. E' determinante che l'imprenditore comprenda la necessità di affrontare per tempo il passaggio, definendo un piano ed una strategia adeguata. Per evitare i conflitti è importante delineare la governance di famiglia e d'impresa con regole che disciplinano i rapporti tra i membri della famiglia nella gestione dell'Azienda, dando un rilievo ai valori fondanti oppure alle singole attitudini e desiderata.
Quali sono gli strumenti disponibili per la pianificazione patrimoniale, vista sia come protezione che passaggio generazionale?
Gli strumenti previsti:
Sono diversi gli Istituti giuridici e gli strumenti previsti, fra questi:
- società semplice
- trust
- polizze vita
- atti di destinazione
- patti di famiglia
- testamento
- intestazione Fiduciaria
- fondo patrimoniale
Il nostro ordinamento giuridico ci mette a disposizione molteplici strumenti che devono essere utilizzati in maniera specifica per le singole esigenze del patrimonio da gestire e del nucleo familiare. Si differenziano per un aspetto: la maggior parte servono a soddisfare una finalità molto limitata.
In alcuni articoli tratterò in maniera specifica le singole caratteristiche di ognuno di essi.
Tra tutti, due strumenti in particolare si distinguono per essere quelli maggiormente flessibili, che permettono di risolvere un maggior numero di esigenze della pianificazione: da un lato abbiamo la società semplice e dall'altro il trust.
Si tratta di due strumenti personalizzabili che consentono di affrontare molteplici problematiche inerenti alla protezione e al passaggio dei patrimoni, ma che presentano complessità giuridiche significative.
La società semplice si caratterizza per una gestione semplificata (ad esempio non è soggetta agli obblighi di contabilità come le società più strutturate), consente una redazione di patti sociali molto flessibile. È anche un veicolo che ha un costo di gestione basso e che può essere utilizzato per ottenere i benefici dell'intestazione societaria. Utilizzare la società semplice consente di scindere tra titolarità e potere gestionale. Adottando questo strumento è possibile segregare il patrimonio, in quanto i beni intestati alle società semplici non sono aggredibili dai creditori dei soci, nello stesso tempo si può pianificare la trasmissione del patrimonio, intestando le quote societarie agli eredi e mantenendo il controllo gestionale della stessa società.
L'altro strumento di grande importanza nella pianificazione patrimoniale è il trust: rispetto agli altri elementi dell'ordinamento civilistico italiano, il trust consente di perseguire finalità e raggiungere risultati che nessun altro strumento permette. Il motivo è dato dal fatto che il Trust consente grande libertà nel programmare la destinazione del patrimonio, finalità e controllo.
Attraverso questo strumento si trasferisce il patrimonio a un soggetto che ne diventa proprietario ma non per il proprio interesse, bensì per quello dei beneficiari. Il Trustee è un soggetto che è proprietario del patrimonio ma non può trarre beneficio da questo. Il patrimonio segregato non è aggredibile dai creditori del trustee.
Qual è la ragione di questa segregazione?
Si tratta di un patrimonio che viene gestito dal trustee per un disegno programmatico nell'interesse non proprio ma dei beneficiari.
Nella recente Legge n. 112/2016(Legge sul “Dopo di noi”) il Legislatore ha introdotto una serie di misure volte a promuovere, trust e vincoli di destinazione a favore di persone con disabilità grave, assicurando plurimi benefici fiscali, e in tal modo riconoscendo espressamente la piena legittimità legale di strumenti giuridici di separazione patrimoniali quali il trust.
Pianificare il tuo patrimonio può quindi non solo prevenire eventuali problematiche o criticità, ma essere un'opportunità per cogliere diversi vantaggi economici ed organizzativi.
Se desideri effettuare sia in termini progettuali dei tuoi desiderata che di analisi strategica-economica (con l'ausilio di un software) un check-up patrimoniale, contattami.
La società semplice si caratterizza per una gestione semplificata (ad esempio non è soggetta agli obblighi di contabilità come le società più strutturate), consente una redazione di patti sociali molto flessibile. È anche un veicolo che ha un costo di gestione basso e che può essere utilizzato per ottenere i benefici dell'intestazione societaria. Utilizzare la società semplice consente di scindere tra titolarità e potere gestionale. Adottando questo strumento è possibile segregare il patrimonio, in quanto i beni intestati alle società semplici non sono aggredibili dai creditori dei soci, nello stesso tempo si può pianificare la trasmissione del patrimonio, intestando le quote societarie agli eredi e mantenendo il controllo gestionale della stessa società.
L'altro strumento di grande importanza nella pianificazione patrimoniale è il trust: rispetto agli altri elementi dell'ordinamento civilistico italiano, il trust consente di perseguire finalità e raggiungere risultati che nessun altro strumento permette. Il motivo è dato dal fatto che il Trust consente grande libertà nel programmare la destinazione del patrimonio, finalità e controllo.
Attraverso questo strumento si trasferisce il patrimonio a un soggetto che ne diventa proprietario ma non per il proprio interesse, bensì per quello dei beneficiari. Il Trustee è un soggetto che è proprietario del patrimonio ma non può trarre beneficio da questo. Il patrimonio segregato non è aggredibile dai creditori del trustee.
Qual è la ragione di questa segregazione?
Si tratta di un patrimonio che viene gestito dal trustee per un disegno programmatico nell'interesse non proprio ma dei beneficiari.
Nella recente Legge n. 112/2016(Legge sul “Dopo di noi”) il Legislatore ha introdotto una serie di misure volte a promuovere, trust e vincoli di destinazione a favore di persone con disabilità grave, assicurando plurimi benefici fiscali, e in tal modo riconoscendo espressamente la piena legittimità legale di strumenti giuridici di separazione patrimoniali quali il trust.
Pianificare il tuo patrimonio può quindi non solo prevenire eventuali problematiche o criticità, ma essere un'opportunità per cogliere diversi vantaggi economici ed organizzativi.
Se desideri effettuare sia in termini progettuali dei tuoi desiderata che di analisi strategica-economica (con l'ausilio di un software) un check-up patrimoniale, contattami.