La finanza ignorante

Tempo di lettura: '
Nonostante la guerra e le sanzioni, il rublo si riprende e l'economia russa tiene. Scenari che la finanza non aveva previsto e su cui non aveva scommesso, portando gli investitori a farsi molte domande. Ma oltre le perplessità e i pensieri, resta un baluardo alla confusione: la realtà
Al fondo di tutte le consulenze vi è un'unica, indiscussa certezza: che la finanza sia una conoscenza, una comprensione di fatti, in grado di integrare più o meno tutto quello che accade nel mondo. Se qualcosa sta per accadere, addirittura la finanza lo prevede, e lo attende. Si chiama aspettativa. E tutto quello che si verifica, in fondo, non è se non una conferma, almeno si pensa, di quanto sia capace la finanza di guidare le scelte dell'universo degli investitori.

In questi giorni però si è stati costretti a leggere nella stampa qualcosa di vorrei dire intollerabile alla mente oltre che allo sguardo; che, dopo tutto - e non è un'affermazione che non abbia una sua gravità in quel "dopo tutto" - l'economia russa tiene, e il rublo ha più o meno recuperato dalla mostruosa caduta bellica, suscitando la domanda più che legittima se le sanzioni di cui si è tanto parlato abbiano davvero funzionato, stiano funzionando. Ebbene, si era creduto, si era pensato, ci si era basati sugli assiomi ri-suggeriti dai valori della finanza. Questa, che allo scoppio della guerra aveva messo davanti a tutti un quasi-crollo dell'intera economia russa, senza commiato ovviamente da parte del resto del mondo. Un mondo che si era invece accanito nell'escludere dalla considerazione (finanche nel mondo sportivo) tutti i rappresentanti di quel Paese che la finanza aveva abbattuto, per portare la Russia a essere allontanata da ogni possibile ricomprensione nel sistema globale. E così sua maestà la finanza, con i colpi inferti a "quella" valuta, a "quella" Borsa, se non anche a "quel" debito, aveva davvero incantato tutti. Proprio tutti. Fino alle notizie di questi ultimi giorni, in cui è parso evidente come la finanza abbia quasi sbagliato le sue valutazioni.

Ma come è possibile? Come si è potuto riprendere un mercato in cui il mondo intero ha smesso di credere, se mai lo ha fatto? Come può aver sbagliato tanto, la finanza, a portare in evidenza una verità assolutamente sconfessata dalla realtà dei fatti nel giro di settimane (non anni!)? Una delle affermazioni che sento più ripetere dai clienti in questo periodo è: «Non ci capisco più nulla». E ancora: «Un giorno esce una notizia e il giorno dopo il suo contrario». Capisco. E il ribaltamento della Russia, dal punto di vista della sua inaspettata ripresa finanziaria, ne è la prova. Da questo punto di vista è vero quello che ho sentito dire da un mio cliente, che investire è diventato quasi assurdo. Lo comprendo. Sembrerebbe potersi dire che perdano di senso momenti di consulenza in cui ci si attardi a descrivere orizzonti di rivalutazione che richiedono anni (vogliam dire i cosiddetti megatrend?) se poi un Paese "abbandonato" da tutti, spogliato totalmente del suo merito di essere anche lontanamente ripreso in considerazione come obiettivo di investimento, si riprende, si rivaluta, facendosi beffe di tutto il mondo.

Ma c'è un altro fatto che sembrerebbe dimostrare quanto la finanza sia per così dire "ignorante", ovvero si attardi a mostrare, a prospettare orientamenti che poi si trasformano in piani di investimento che a loro volta inducono a mettere sul piatto strumenti di investimento, sino a quando la realtà in qualche modo mette davanti l'assurdo contrario. Quanto si è parlato, e si continua a parlare, di finanza sostenibile? Eppure dall'accordo di Parigi sembra che le banche continuino a finanziare nuovi progetti di estrazione di combustibili fossili. Come dire, da un lato i discorsi e gli impegni della comunità internazionale per contenere la crescita della temperatura media globale e, sulla scia di questi discorsi, gli orientamenti della finanza; dall'altro la dura realtà dei fatti, che mostra come si continuino a finanziare proprio quelle fonti condannate a essere progressivamente escluse se non reiette.

E si trova davvero una consonanza tra una finanza che diceva a gran voce, con lo scoppio della guerra, che la Russia stesse crollando economicamente, e una finanza che da tempo mette davanti la priorità di focalizzare l'investimento sulla sostenibilità, per l'impatto che questo potrà avere sulla realtà tutta. Entrambe dichiarazioni disattese dai fatti.

Dunque, la finanza è condannata a essere giudicata ignorante, in quanto sembrerebbe dire cose sconfessate dalla realtà, e dunque sarebbe destinata a essere screditata come canale indispensabile di scambio di risorse, quale originariamente e per sua natura è, in un sistema economico? Non è più la sola in grado di trasferire tali risorse da chi ne è in possesso a chi ne ha bisogno, per investire a sua volta e generare redditi? No, le cose non stanno così.

Se oggi i clienti possono quasi deridere la finanza per i suoi "giochi di potere", chiamiamoli così, che tengono in scacco le menti per giorni o settimane, suggerendo stravolgimenti, per poi riportare tutto alla apparente normalità, va chiarito anche che in questa  sua veste di "fata ignorante" la finanza si riconferma essere in grado di adempiere esattamente al compito per cui è nata, spostare capitali. E questo non ha nulla a che vedere con la realtà dei fatti, o meglio: nella sua veste di fata ignorante, la finanza suggerisce e promette, ma non adempie a nulla nella sua completezza. Non ci si abituerà mai a vedere nella finanza, o meglio nel mercato finanziario, le aspettative più che i riscontri, le paure più che i fatti, le notizie più che le verità. In una parola la comunicazione più che la realtà. Ma poi tutto torna, se l'investitore in prima linea è disposto a credere che quello che succede, non in finanza ma nella realtà (e una guerra ne è forse il fatto più estremo), non può che portare a esiti diversi, straordinariamente diversi da quelli di partenza, per capire i quali non ci resta che attendere. Investiti sì, ma con la mente aperta, guardando solo per un verso la finanza come si muove, ma per un altro, molto più oneroso e rivelativo, senza perdere di vista la realtà che, lei sola, ignorante non lo è mai.

 

Alla prossima!
Opinione personale dell’autore
Il presente articolo costituisce e riflette un’opinione e una valutazione personale esclusiva del suo Autore; esso non sostituisce e non si può ritenere equiparabile in alcun modo a una consulenza professionale sul tema oggetto dell'articolo.
WeWealth esercita sugli articoli presenti sul Sito un controllo esclusivamente formale; pertanto, WeWealth non garantisce in alcun modo la loro veridicità e/o accuratezza, e non potrà in alcun modo essere ritenuta responsabile delle opinioni e/o dei contenuti espressi negli articoli dagli Autori e/o delle conseguenze che potrebbero derivare dall’osservare le indicazioni ivi rappresentate.

Cosa vorresti fare?