Grandi insegnamenti

21.3.2022
Tempo di lettura: 2'
Quando ho iniziato a lavorare in banca non ne sapevo nulla. Sono partita a fare la centralinista, giusto per capirci. Mi andava bene perché avevo un impiego fisso e poi alle 17 correvo in redazione per scrivere. Oltretutto doveva essere un impegno temporaneo, visto che il mio contratto prevedeva una durata di 6 mesi. E come ci sono arrivata allora a spegnere la quindicesima candelina del mio anniversario lavorativo? Mi sono appassionata al lavoro e alle persone. Con questo termine intendo sia colleghi che clienti. Di questi anni, infatti, ricordo sia gli uni che gli altri con altrettanto piacere. Non tutti, s'intende.
Ho sempre voluto aiutare le persone a capire meglio e poter trovar loro soluzioni adeguate. Ho visto nel mondo bancario un mezzo per arrivare a risolvere alcuni problemi quotidiani: il mutuo, il risparmio, usare l'internet banking o la carta di credito. Qualche volta, perché imparassi, mi hanno spiegato le cose in modo colorito, diciamo. Come scordarsi di quel simpaticone che appena iniziai ad avvicinarmi al mondo del credito mi disse: 'a tre cose non si dice mai di no: ad un pegno, una firma di garanzia e ad una donna disponibile'. Stendiamo un velo pietoso. Però mi hanno insegnato tanto alcuni colleghi, specialmente uno che porto nel cuore. Sin da quando, fresca di assunzione, veniva dietro al bancone e mi chiedeva come stavo. Era proverbiale la sua poca pazienza, quasi quanto la sua insofferenza per i colleghi che pretendevano di avere risposte immediate. Al suono di 'Non esistono pratiche urgenti, solo colleghi o clienti in ritardo' zittiva spesso chi voleva fare il furbo. Lui, così nervoso che quando la pratica era stata istruita in modo poco efficiente ci metteva un minuto a lanciarla fuori dalla porta (nel vero senso della parola) mi ha insegnato una cosa che ancora oggi ricordo e mi ripeto spesso: 'se la testa non sta ragionando perché hai qualche problema o ti senti pressata e ti pare di non capirci niente, alzati e fai il giro della sedia. O della scrivania, o della filiale'.
Eh già, quanto tempo per capire che questa è l'unica cosa che conta. Essere presenti a se stessi. Avere un obiettivo lavorativo e lavorarci intensamente senza farsi sopraffare. Non importa se nel frattempo ti devi alzare, fare altro o farti un giro. L'importante è riuscire a mantenere la concentrazione restando lucidi. Mai come in questo momento di tensione dei mercati, chiamate dei clienti e paura generalizzata questo consiglio potrebbe essere più utile. Il nostro mestiere, come sappiamo tutti, è di aiuto e supporto alle persone. Se non riusciamo a rimanere in focus e spiegare come stanno realmente le cose agli altri, forse non stiamo davvero facendo la cosa giusta.
L'altro insegnamento importante che mi è stato dato in questi giorni, sempre da un collega, è 'non fare come gli altri che si nascondono in ufficio in questi momenti. E' proprio questo il tempo di uscire e di farti vedere. Qualcuno ti passerà le sue paure e insicurezze? Certamente. Ma tu sarai li. E quando andrà tutto bene, veramente, si ricorderanno di chi c'era. Non di chi si negava al telefono'. La fortuna di avere maestri immensi.
Ho sempre voluto aiutare le persone a capire meglio e poter trovar loro soluzioni adeguate. Ho visto nel mondo bancario un mezzo per arrivare a risolvere alcuni problemi quotidiani: il mutuo, il risparmio, usare l'internet banking o la carta di credito. Qualche volta, perché imparassi, mi hanno spiegato le cose in modo colorito, diciamo. Come scordarsi di quel simpaticone che appena iniziai ad avvicinarmi al mondo del credito mi disse: 'a tre cose non si dice mai di no: ad un pegno, una firma di garanzia e ad una donna disponibile'. Stendiamo un velo pietoso. Però mi hanno insegnato tanto alcuni colleghi, specialmente uno che porto nel cuore. Sin da quando, fresca di assunzione, veniva dietro al bancone e mi chiedeva come stavo. Era proverbiale la sua poca pazienza, quasi quanto la sua insofferenza per i colleghi che pretendevano di avere risposte immediate. Al suono di 'Non esistono pratiche urgenti, solo colleghi o clienti in ritardo' zittiva spesso chi voleva fare il furbo. Lui, così nervoso che quando la pratica era stata istruita in modo poco efficiente ci metteva un minuto a lanciarla fuori dalla porta (nel vero senso della parola) mi ha insegnato una cosa che ancora oggi ricordo e mi ripeto spesso: 'se la testa non sta ragionando perché hai qualche problema o ti senti pressata e ti pare di non capirci niente, alzati e fai il giro della sedia. O della scrivania, o della filiale'.
Eh già, quanto tempo per capire che questa è l'unica cosa che conta. Essere presenti a se stessi. Avere un obiettivo lavorativo e lavorarci intensamente senza farsi sopraffare. Non importa se nel frattempo ti devi alzare, fare altro o farti un giro. L'importante è riuscire a mantenere la concentrazione restando lucidi. Mai come in questo momento di tensione dei mercati, chiamate dei clienti e paura generalizzata questo consiglio potrebbe essere più utile. Il nostro mestiere, come sappiamo tutti, è di aiuto e supporto alle persone. Se non riusciamo a rimanere in focus e spiegare come stanno realmente le cose agli altri, forse non stiamo davvero facendo la cosa giusta.
L'altro insegnamento importante che mi è stato dato in questi giorni, sempre da un collega, è 'non fare come gli altri che si nascondono in ufficio in questi momenti. E' proprio questo il tempo di uscire e di farti vedere. Qualcuno ti passerà le sue paure e insicurezze? Certamente. Ma tu sarai li. E quando andrà tutto bene, veramente, si ricorderanno di chi c'era. Non di chi si negava al telefono'. La fortuna di avere maestri immensi.