Non solo Btp: ritorno rendimenti spinge afflussi record sugli Etf obbligazionari
Se in Italia il ritorno dei rendimenti si è tradotto in una corsa ai Btp, con oltre il 50% della raccolta di maggio in titoli di Stato (dati Assoreti), allargando lo sguardo all'Europa la caccia ai rendimenti ha portato afflussi record per gli Etf obbligazionari, superando il precedente record risalente al 2019.
Dai dati diffusi da Amundi Etf emerge un altro primato per gli Etf fixed income: per la prima volta hanno eguagliato quelli azionari a livello di flussi. Da inizio anno i flussi di ETF a livello globale hanno sfiorato i 300 miliardi di euro, suddivisi quasi equamente tra azionario e reddito fisso. A livello di asset in gestione lo squilibrio è ancora elevato con da un lato i 7.000 miliardi di euro di AuM degli Etf azionari e dall’altro i 2.000 miliardi di euro del reddito fisso.
La popolarità dei prodotti di debito riflette il miglioramento del valore del reddito fisso dopo la correzione dello scorso anno, i rendimenti più elevati e anche una più ampia gamma di Etf a reddito fisso che offre agli investitori una maggiore scelta.
Dall’ultimo report mensile di Amundi Etf emerge che da inizio anno i flussi degli Etf a reddito fisso domiciliati in Europa hanno quasi eguagliato quelli azionari, attestandosi a 32,6 miliardi di euro: il debito governativo, con una raccolta di 16,3 miliardi di euro, è stato il più popolare, mentre il debito societario investment grade ha avuto afflussi per 10,4 miliardi di euro. “La popolarità delle obbligazioni sovrane rispecchia i rendimenti più elevati di questi prodotti, rendendoli nuovamente una asset class interessante. Tuttavia, alcuni segnali indicano che gli investitori si stanno rivolgendo a questi asset come beni rifugio”, rimarca il report curato da Amundi.
Spostamento verso tratto lungo della curva
Gli investimenti da inizio anno negli indici obbligazionari governativi broad e di lungo periodo sono stati rispettivamente di 3,9 e 5,8 miliardi di euro, mentre gli investitori hanno allocato 4,7 miliardi di euro nelle strategie a breve termine. A inizio anno si è registrato un forte interesse per le obbligazioni a breve scadenza, che rispecchiava l'inversione della curva dei rendimenti e il desiderio degli investitori di evitare la duration. A giugno, tuttavia, le allocazioni negli indici broad e nelle strategie a lungo termine sono state pari rispettivamente a 1,2 miliardi di euro e 1,6 miliardi di euro, mentre solo 1 miliardo di euro è stato investito nelle strategie a breve termine. Le obbligazioni con scadenze più brevi offrono ancora rendimenti migliori, quindi l'aumento delle allocazioni nelle obbligazioni a lungo termine rispecchia la preoccupazione degli investitori per le prospettive economiche. Per quanto riguarda le strategie obbligazionarie societarie, gli investitori hanno privilegiato le esposizioni a tutte le scadenze con afflussi per 11 miliardi di euro da inizio anno, mentre hanno disinvestito 1,4 miliardi di euro dagli ETF obbligazionari societari a breve termine.
Sulle strategie ESG fixed income una porzione ridotta
Le strategie ESG a reddito fisso hanno raccolto 6,8 miliardi di euro, un importo di molto inferiore ai 25,8 miliardi di euro investiti nelle strategie a reddito fisso più tradizionali. “Questo rapporto è molto più basso rispetto a quello del comparto azionario perché le strategie sui titoli di Stato sono state molto popolari quest'anno, ma è più difficile creare strategie ESG per questa asset class rispetto al debito societario”. Gli investitori hanno destinato 2,6 miliardi di euro alle strategie governative ESG, circa il 15% dell'allocazione totale in questa classe. Anche le strategie ESG sui corporate bond investment grade hanno raccolto 2,6 miliardi di euro, pari a un quarto degli investimenti complessivi.