Liquidità: quali alternative al conto corrente?

27.5.2021
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La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza le preoccupazioni dei risparmiatori circa le loro disponibilità economiche. Quali alternative esistono alla liquidità in conto corrente?
Famiglie in cerca di un rifugio per la liquidità
La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza le preoccupazioni dei risparmiatori circa le loro disponibilità economiche. I clienti preferiscono detenere ingenti quantità di liquidità in conto corrente per potervi attingere in momenti di crisi piuttosto che investire i loro risparmi. Dietro ad una scelta prudente possono però nascondersi delle insidie.
Secondo le stime di Banca d'Italia a dicembre 2020, si è susseguito negli anni un aumento della spesa media superiore al 15,5% per la gestione di conti correnti, passata dai 76,5 euro del 2015 agli 88,5 euro del 2019.
Un ulteriore dato a sfavore di questa pratica è rappresentato dall'incremento del tasso di inflazione. Tra l'agosto 2020 e il maggio 2021, l'Eurostat ha registrato un rialzo dell'Indice dei prezzi al consumo europeo (Cpi) dell'1,2% (raggiungendo quota l'1,6%); sul medesimo periodo, l'Istat, ha calcolato un delta dello 0,6% sul Cpi Italiano (fino a quota 0,4%).
Una inflazione crescente erode il potere di acquisto del denaro e, di conseguenza, ne fa diminuire il valore. I clienti che detengono grandi somme di liquidità in un periodo particolare come questo potrebbero incorrere in perdite massive. Ma non sono solo i clienti depositanti a risultare svantaggiati dalla scelta di detenere e accumulare denaro.
La liquidità dei risparmiatori pesa sulle banche
Le banche centrali mondiali, per abbassare il costo del denaro in risposta alla crisi pandemica, hanno diminuito drasticamente i tassi di interesse a breve termine. La Federal Reserve (Fed), ad esempio, a marzo 2020 ha tagliato di un punto percentuale i tassi di interesse, il più grande taglio in una seduta nella storia dell'istituto. Così facendo, le banche centrali hanno dato respiro all'economia, ma hanno anche causato una riduzione dei rendimenti sui depositi. E le banche ne hanno risentito: da una stima di Banca d'Italia si evince che, a febbraio 2021, il differenziale tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta di famiglie e imprese era di 175 punti base. Prima dell'inizio della crisi finanziaria del 2007, esso si attestava intorno ai 335 punti base. Sostanzialmente, “la liquidità dei clienti rappresenta oggi per le banche, di fatto, un costo” commentano gli esperti di Fidelity International.
Per disincentivare il deposito di denaro da parte dei clienti, alcune banche hanno applicato delle penali sulle giacenze di liquidità eccedenti la soglia di 50 mila o 100 mila euro. Il cliente può dunque decidere di percorre una strada alternativa: investire i propri risparmi.
Ma quali sono le soluzioni che possono aiutare i risparmiatori, che siano essi aziende o privati, a indirizzare tale liquidità verso investimenti in grado di offrire rendimenti potenziali interessanti mantenendo, tuttavia un profilo di rischio contenuto?
Cosa fare per tutelare la propria liquidità
Una strategia di investimento rivolta all'obbligazionario di alta qualità può aiutare l'investitore ad individuare quelle aziende “che hanno l'obiettivo di generare rendimenti superiori alla liquidità, pur contenendo la volatilità”, affermano da Fidelity.
Questa, unita a un investimento graduale come i piani di accumulo, per ottenere una pianificazione finanziaria di lungo termine, potrebbe aiutare anche l'investitore più titubante. “Ad esempio, un piano di accumulo su strategie come il fondo FF Euro Short Term”, affermano gli esperti di Fidelity, “potrebbe aiutare il cliente a ottenere rendimenti più elevati, a fronte di un contenuto aumento della volatilità, e proteggere allo stesso tempo il proprio capitale da inflazione e costi in aumento”.