Strategie tematiche, tutti gli strumenti per affrontare il futuro
Il 2022 ha visto rafforzarsi l’interconnessione tra cambiamento climatico, transizione energetica e strategie d’investimento. A tale tema BNY Mellon IM ha dedicato la sua annuale conferenza riservata agli operatori del mercato italiano, intitolata “Change of State: energia, cambiamenti, investimenti”: l’evento è stato l’occasione per analizzare il ruolo cruciale che questi ultimi possono giocare rispetto al progresso dei trend secolari di lungo periodo. Affinché gli investitori possano cogliere tali opportunità spetta agli asset manager individuare, costruire e mettere a disposizione degli operatori una corretta strategia di gestione. Ne parliamo con Sasha Evers, Head of intermediary distribution per l’Europa di BNY Mellon IM.
Partiamo dalle basi: che cosa significa in concreto sviluppare una strategia di investimento? Quali sono i soggetti e le risorse coinvolte?
Il processo di sviluppo di una strategia di investimento è simile a una catena di montaggio. Ci sono diversi stadi, diversi livelli di complessità che vedono coinvolti diversi professionisti e diverse competenze. Il primo step è affidato agli analisti e ai team di investment management: partendo da uno studio approfondito del mercato, questi adottano un approccio di gestione attiva volto a generare alpha e a sovraperformare l’andamento del mercato di riferimento, sia esso obbligazionario o azionario. La palla passa poi al team di sviluppo prodotto, che ha il compito di trasformare le analisi e le intuizioni degli analisti in un prodotto realmente capace di rispondere alle esigenze del mercato e dei clienti. Infine è il turno dei professionisti della distribuzione, ai quali spetta il compito di presentare la strategia nella maniera più adatta rispetto ai mercati e ai canali dove il fondo sarà venduto. Nel nostro caso si aggiunge un ulteriore livello di complessità. Di solito, infatti, le tre parti del processo lavorano sotto lo stesso tetto. BNY Mellon IM è invece un asset manager composto da diverse società che si occupano di investment management, ciascuna con la propria identità e una propria governance, che devono essere organizzate per rispondere a una comune filosofia e cultura aziendale ma al tempo stesso sono libere di fare ciò in cui sono specializzate, senza un CIO centrale.